Tante contrade squalificate, un megasorteggio da cardiopalma, un nuovo mossiere e, non ultimo un nuovo sindaco dopo l'importante gestione di Mazzoni della Stella.
Se il Palio avesse bisogno di emozioni supplementari o fosse alla ricerca di motivi di interesse particolare, questa prima Carriera del 1991 sarebbe veramente il massimo.
Ma sappiamo tutti molto bene che la nostra Festa non ha bisogno di fatti eccezionali per esaltare e far impazzire di entusiasmo tutti coloro che nel cuore riescono ancora a far albergare almeno un pizzico di sensibilità, da qualunque parte di mondo arrivino e a qualsiasi razza appartengano.
Ecco perchè ci auguriamo fortemente che in futuro tutto torni nei canonici solchi della tradizione e della normalità, secondo una linea di continuità che possa garantire una serena gestione delle prossime Carriere e la totale rinuncia a quelle forme di violenza e a certe manifestazioni "alla moda" che nulla hanno e che vedere con la nostra storia secolare.
Tante squalifiche, dicevamo: Bruco, Drago, Torre e Oca, con la Selva "graziata" all'ultimo tuffo e l'Oca che riesce subito a scontare la forzata penitenza approfittando di un momento particolarmente felice in fatto di sorteggi.
Ma questa Carriera di Luglio vede anche un'altra importantissima novità, vale a dire il contemporaneo esordio del nuovo sindaco Pierluigi Piccini e di Amos Cisi sul verrocchio, dopo il breve e sfortunato regno di Euro Federico Roman e la contestata fugace apparizione di Pesciatini.
Un duplice esordio che tutti si augurano rappresenti il preludio di una lunga e fortunata serie per cercare di ridare omogeneità di comportamento ad un momento, come quello della mossa, decisivo per l'esito della corsa.
Infine, tutti in regola con la giustizia paliesca, e quindi sulla carta possibili protagonisti, i fantini "big" della Piazza, mentre per quanto riguarda i cavalli più desiderati fino all'ultimo momento non si possono fare previsioni sulla loro presenza perché talvolta vittime di complicati giochi da parte degli strateghi della Piazza.
Cosa ci riserverà dunque questo Palio? Brilleranno nuove stelle? Ci saranno le attese conferme? Torneranno prepotentemente alla ribalta i cavalli scossi come avvenne in maniera entusiasmante due anni fa? Nessuno adesso può dirlo. La legge del tufo della Piazza è spietata e su tutto e su tutti regna sempre sovrana assoluta la fortuna.
A Lei probabilmente, ancora una volta, spetterà l'ultima definitiva parola. Il magico rintocco del Palio ancora una volta batte al secolare orologio della storia senese. Cerchiamo, tutti insieme, di viverlo nel migliore dei modi.
Le batterie
È stata questa la prima tratta successiva all'istituzione obbligatoria della previsita e non è possibile fare a meno di rimarcare come la risposta di Siena alle sciocche polemiche che arrivano dai settori più impensati sia stata improntata a grande serietà e intelligenza.
Dei trentatre cavalli giunti nell'Entrone, infatti, dopo che erano state effettuate 40 previsite, otto sono stati allontanati senza correre perché appartenenti ad una fascia a rischio, limitando così le prove di selezione soltanto a cavalli perfettamente sani.
Grande delusione fra i contradaioli per le assenze, alcune annunciate, altre invece inattese di Benito, Galleggiante e Pytheos, vale a dire tre dei quattro grandi favoriti.
Nella prima batteria vittoria senza eccessivi problemi per Nicoleo, montato da Chelli, che guida tutta la corsa dopo un notevole spunto dai canapi. Alle sue spalle due cavalli scossi, Orchidea e Bond, dai quali erano caduti rispettivamente Dionisi e Brocca. Da rilevare che i due scossi hanno percorso oltre dieci giri prima che qualche coraggioso riuscisse a fermarli.
Nella seconda batteria grande sprint in partenza di Chartreuse, guidata da Tredici che lascia tutti a debita distanza prima di concludere la prova senza forzare. Del rallentamento di Chartreuse ne approfittava Bambina, guidata da Corbini che andava a vincere davanti a Mirò. Da segnalare le cadute di Milani e Ortu, quest'ultimo recidivo al Casato dopo essere stato scavallato anche a San Martino.
Nella terza corsa vittoria di Etrusco, scosso dopo la caduta di Tistarelli. Alle sue spalle giungeva, L'Innominata, guidata da Spillo, mentre in partenza si erano messi in luce Maestrale e Uberto.
Ancora un vincitore scosso, Nearco, nella quarta batteria. Partivano molto bene Careca e Victoria Principal, ma la gara si disputava poi fra River e Yanez. All'ultimo giro, però, Molinaro cadeva da Yanez e coinvolgeva nella caduta anche Ortu, fantino di Nearco, che poi andava a vincere.
Nell'unica batteria di recupero la vittoria arrideva a Siecolo, guidato da Maccari, dopo che in alcuni spunti si erano messi in luce Etrusco, Melanio e Victoria Principal. Nel corso di questa batteria grave infortunio a Claudio Bandini che cadendo da Melanio, si fratturava una gamba.
Più che positivo l'esordio del mossiere Amos Cisi, apparso preciso e attento in tutte le mosse.
Prima prova
Vittoria del Valdimontone nella prima prova caratterizzata subito dall'ingresso in pista dei fantini più attesi.
I due cavalli favoriti, infatti, Chartreuse e Uberto, trovano subito una monta che sulla carta sembrerebbe definitiva e che contribuisce a rafforzare i pronostici della vigilia, basati anche sul fatto che per il momento la maggioranza degli altri cavalli devono ancora dimostrare il loro valore.
Con Cianchino nella Tartuca e Il Pesse nella Pantera, dunque, due importanti tasselli del gioco delle monte sembrano andare a posto, nelle altre contrade ci sono alcune conferme di rapporti già abbastanza solidi come Il Bufera nella Lupa, Trecciolino nella Civetta, Bastiano nella Chiocciola, Massimino nel Nicchio e Tredici nel Leocorno. Per le altre, forse ancora suscettibili di cambiamenti, l'Onda schiera l'esordiente Pietro Maccari, la Selva David, e il Valdimontone Federico Corbini.
Dopo una mossa annullata, per altro accettabile, nella quale erano scattati molto bene Civetta e Lupa, quando Cisi abbassa per la seconda volta i canapi è ancora la Lupa a prodursi in un bellissimo sprint che brucia tutti. Alle spalle di Careca Civetta, Selva e Tartuca, partita di rincorsa.
Lupa e Tartuca frenano subito i loro cavalli e così a prendere la testa è la Selva seguita dalla Civetta. A quel punto il giovane Corbini allunga il passo al suo Etrusco e la vittoria arride nettamente al Valdimontone che conclude davanti a Pantera e Selva.
Seconda prova
Ancora una novità fra i canapi a dimostrazione che il gioco delle monte non è ancora concluso, ma sta trovando il suo definitivo assetto molto velocemente, senza dubbio più che in altre precedenti occasioni.
Bucefalo e Bonito da Silva, due dei fantini che attendevano di "accasarsi", vestono rispettivamente il giubbetto dell'Onda e Selva, lasciando così fuori fra i grandi nomi soltanto Aceto, in difficoltà in un Palio che forse aveva già trovato precisi assetti ancor prima dell'assegnazione dei cavalli.
Altra sorpresa, ma probabilmente è soltanto una pausa di riflessione, si deve registrare nella Pantera dove Il Pesse lascia il posto a Massimo Donatini. Conferme in tutte le altre contrade compreso il Valdimontone dove continua a correre il giovane Corbini, anche se molti indicano proprio in Aceto il definitivo portacolori della contrada di via dei Servi.
Mossa abbastanza veloce dalla quale ancora una volta escono molto bene Tartuca e Lupa, questa volta di rincorsa, seguiti, da Leocorno e Valdimontone. La Tartuca guida per un giro e poi lascia il passo alla Lupa, mentre dietro di loro continua a galoppare in scioltezza il Leocorno. Al terzo giro rinviene, infine, la Civetta che supera il Leocorno, mentre la Lupa vince abbastanza agevolmente la prova.
Terza prova
Come nelle previsioni arriva Aceto nel Valdimontone e il quadro delle monte sembra ormai definitivo, anche perché Beppino Pes riprende il posto che in mattinata aveva momentaneamente affidato a Donatini.
Tutti i big, dunque, a cavallo in un Palio sempre più incerto e difficile da decifrare per quanto riguarda il pronostico finale. Fra i canapi, intanto, i cavalli iniziano a fare le bizze e fra tutti si mettono in evidenza i soggetti di Onda, Valdimontone e Lupa che si scambiano poderosi e pericolosi calci.
Ancora una volta molto disinvolto il mossiere e quando i canapi vengono abbassati, nonostante la notevole confusione, l'allineamento è buono. Scattano molto bene Civetta, sempre pronta in partenza e Selva, mentre dalle retrovie arriva veloce il Nicchio, partito di rincorsa.
A San Martino i cavalli giungono intruppati e Massimino, tradito in parte anche dal suo Yanez, cade a terra senza conseguenze, il cavallo scosso del Nicchio ingaggia così una lotta con i battistrada per cercare di prendere la testa, ma la sua galoppata non è eccessivamente fluida e sicura, palesando notevoli incertezze nelle curve.
Al terzo giro, approfittando proprio di uno sbandamento di Yanez, Il Pesse riesce a infilare lo scosso del Nicchio e vince la prova, mentre si accendono duri scontri fra i contradaioli della Tartuca e quelli della Chiocciola, stimolati anche dal fatto che Bastiano nel corso di tutta la prova aveva tallonato da vicino l'avversario "galoppandogli" quasi addosso.
Quarta prova
Ormai stabilite le monte, salvo clamorose sorprese dell'ultim'ora che potrebbero anche esserci sentendo le voci che circolano nelle contrade, l'attenzione di tutti è focalizzata dal lavoro compiuto dai fantini per cercare di adattare i nuovi soggetti alla Piazza.
L'allineamento, ancora una volta, è buono e, a differenza della prova precedente, i cavalli sembrano abbastanza tranquilli. Ottimo, a conferma di quanto hanno fatto vedere in precedenza, lo scatto dai canapi di Civetta e Selva, con Aceto che riesce a lanciare bene il suo Etrusco e la Lupa che rinviene ottimamente lanciata dalla posizione di rincorsa.
Al primo giro a San Martino curva prima la Selva, con Bonito che sta svolgendo un buon lavoro nel cercare di verificare la possibilità del suo cavallo, seguito dalla Lupa. L'andatura è abbastanza sostenuta e alle spalle dei battistrada si fa luce anche il Leocorno.
Al secondo San Martino la Lupa supera Bonito, che riprende in mano il suo cavallo, e alle sue spalle si posiziona il Leocorno. Nelle retrovie, intanto, Aceto prova il suo cavallo e subito gli risponde Massimino. Le due contrade avversarie si cimentano in un breve duello e poi alla fine Aceto tira i remi in barca.
La Lupa, con il binomio Bufera-Careca, sempre in grande evidenza in queste prove, vince così la prova rintuzzando anche l'attacco finale portato dal Leocorno.
Prova generale
Piazza gremita di folla per la prova generale che alla fine presenterà una novità destinata forse a cambiare accordi e tattiche già preparate.
Nessun cambiamento nelle monte e buon allineamento fra i canapi con il mossiere che continua a svolgere un buon lavoro. La Lupa, ancora una volta di rincorsa, fianca velocemente e si distende come al solito in un buon allungo, ma a partire prime dai canapi sono le contrade "basse" e cioè Civetta e Selva che stanno evidenziando ottime qualità di adattamento. Alle loro spalle si presenta molto veloce la Pantera che supera di slancio le due antagoniste e esprime un buon galoppo fino a che Beppino Pes "riprende" il suo cavallo.
È allora la Selva a lanciarsi a buona velocità e Bonito dimostra che Siecolo ha ottime carte da giocare. Il galoppo della Selva continua fino al terzo giro, quando Bonito rallenta permettendo al Leocorno di superarlo e di vincere la prova davanti alla Tartuca. A quel punto il colpo di scena. Aceto, che nel Valdimontone aveva fatto una corsa di retrovia, sbatte in un colonnino e, stando alle prime notizie, il colpo potrebbe essere talmente forte da compromettere la sua presenza al Palio.
E così la situazione delle monte che sembrava ormai definitiva si riapre, mentre la passione e l'attesa crescono sempre più.
Provaccia
Grande attesa per vedere quali siano state le mosse del Valdimontone dopo il forzato forfait di Aceto non recuperabile per il Palio.
A uscire dall'Entrone con il giubbetto rosa è Bazzino, negli ultimi tempi non molto considerato dalle varie dirigenze, mentre la grande sorpresa si registra nella Chiocciola dove la presenza di Massimo Donatini al posto di Bastiano fa intravedere precise strategie paliesche.
Assente la Selva, in un Palio che fino ad oggi aveva fatto registrare la costante presenza di tutte le contrade, fra i canapi si nota un discreto movimento con numerosi cambi di posto. Nonostante ciò la mossa è abbastanza veloce con Valdimontone, Onda, Leocorno e Lupa fra le più pronte a partire.
Contrariamente al solito i battistrada allungano subito il passo e Valdimontone, Leocorno e Onda imprimono alla corsa un buon ritmo con Bazzino che cerca di conoscere velocemente pregi e difetti del suo Etrusco. Al termine del primo giro è Bucefalo a lanciare al galoppo Victoria e prima di San Martino supera il Valdimontone che non demorde e continua a provare il suo cavallo, soprattutto nelle curve. Nelle retrovie, intanto, anche Massimino stimola Yanez in un breve allungo in prossimità del Casato. Poi, come la logica della "provaccia" impone, tutti riprendono in mano il proprio cavallo e il Valdimontone si aggiudica la prova.
Il rinvio
La mancata regolamentazione del ruolo della rincorsa, da alcuni (pochi purtroppo) sollecitata dopo i precedenti dell'anno scorso, ma completamente ignorata dall'amministrazione comunale e dai dirigenti di contrada, produce i suoi effetti ed il Palio viene rinviato al giorno successivo.
Una mossa complicata, l'avversaria della contrada di rincorsa in buona posizione e il gioco è fatto, con il rischio di gravissimi incidenti, evitati soltanto grazie al senso di civismo del popolo senese, e con la sensazione che il Palio stia rischiando veramente di ridursi a una sagra paesana allestita da organizzatori occasionali e sprovveduti.
La sorte stabilisce il seguente ordine fra i canapi: Valdimontone, Lupa, Chiocciola, Tartuca, Civetta, Pantera, Onda, Selva, Leocorno e Nicchio di rincorsa.
La vicinanza fra Chiocciola e Tartuca inizia a provocare i primi grattacapi al mossiere, con la contrada di San Marco che bracca l'avversaria e la parte alta dello schieramento che risente di questa agitazione. Ma il vero nodo della faccenda è un altro. Il Nicchio, di rincorsa, è intenzionato a non partire fino a che il Valdimontone non si trovi in difficoltà, e Bazzino e Etrusco sembrano una statua equestre tanto rimangono immobili e tranquilli al loro posto.
Così fra pericolose coppiole dei cavalli e le urla di contestazione del pubblico, l'impotente esordiente Cisi deve sopportare le bizze di Falchino che percorre in lungo e in largo a suo piacere lo spazio fra i canapi, e i rifiuti categorici di Massimino di dare la mossa, nonostante numerose volte l'allineamento sia quasi perfetto.
Si va avanti così per un'ora e mezzo fino a che si decide di sospendere tutto e rinviare al giorno successivo, dopo che Falchino è stato colpito da un calcio a una caviglia e sulla Piazza l'oscurità regna già sovrana. A quel punto, nel marasma più completo, si permette a centinaia di persone di scendere in pista prima ancora che i cavalli e fantini siano tornati nell'Entrone e che appaia la bandiera verde della sospensione.
Alle ventidue il sindaco convoca i capitani per una riunione che si protrae fino a notte inoltrata, senza però che venga rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale; non si sa, cioè, se l'ordine fra i canapi verrà lasciato inalterato. Una brutta giornata per Siena e le sue contrade con responsabilità evidenti da parte di tutti coloro che fino ad oggi hanno portato il paraocchi, sensibili soltanto ai propri interessi di parte. L'appuntamento è per le ore 19 del 3 Luglio. Sarà finalmente mossa buona?
Il Palio
A distanza di 19 anni la storia si ripete. Nel 1972 la Tartuca aveva colto la sua ultima vittoria sul Campo davanti alla Lupa che schierava un cavallo dal nome di un famoso calciatore, Pelè. Questa volta è stato Careca a dover soccombere alla potenza e alla bravura del binomio Cianchino-Uberto, artefici di una eccezionale rimonta.
Dopo le polemiche e i problemi del giorno precedente, si temeva che la conferma dell'ordine fra i canapi potesse far rivivere tutte le difficoltà che avevano portato al clamoroso rinvio, e invece, dopo un solo abbassamento del canape, Massimino ha fiancato dando vita a una mossa con un buon allineamento.
L'ordine fra i canapi, identico a quello del giorno precedente, era: Valdimontone (Etrusco - Bazzino), Lupa (Careca - Il Bufera), Chiocciola (Nearco - Falchino), Tartuca (Uberto - Cianchino), Civetta (Nicoleo - Trecciolino), Pantera (Chartreuse- Il Pesse), Onda (Victoria Principal - Bucefalo), Selva (Siecolo - Bonito da Silva), Leocorno (Bambina - Tredici), Nicchio di rincorsa (Yanez- Massimino).
A partire nettamente prima dai canapi come era accaduto in molte prove, era la Lupa, seguita da Civetta, Pantera e Valdimontone. Subito dopo questo gruppetto Falchino, fantino della Chiocciola, ostacolava in maniera egregia la contrada avversaria. Falchino alzava Cianchino, ne frenava la corsa, riusciva a fargli perdere metri preziosi tanto da farlo curvare nettamente attardato al primo San Martino. Una condotta di gara più che apprezzabile, dopo i dubbi provocati dal suo comportamento fra i canapi la sera precedente, per di più nei limiti di quanto regolamento e tradizione consentono.
A San Martino si presenta prima ancora la Lupa, seguita dalla Civetta, mentre alle loro spalle si interrompe la rincorsa della Pantera, l'altra grande favorita della vigilia, che frana a terra trascinando con sè anche il Valdimontone. A questo punto la Tartuca è quinta alle spalle anche della Selva, mentre nelle retrovie tentano di rientrare in gara Nicchio e Chiocciola.
Al primo Casato la Lupa è ancora in testa con Bufera che controlla abbastanza agevolmente l'attacco della Civetta, mentre alle loro spalle Cianchino sta recuperando e insidia il terzo posto del cavallo scosso del Valdimontone.
Nel tratto che porta al secondo San Martino la Lupa incrementa il suo vantaggio sulla Civetta, mentre Cianchino continua a recuperare ed è già al terzo posto. La terribile curva viene affrontata con le tre battistrada nell'ordine indicato, mentre alle loro spalle una grande caduta generale coinvolge tutte le altre contrade, a eccezione del Leocorno, con conseguenze molto gravi per Victoria e Siecolo.
Alla seconda curva del Casato la Tartuca attacca decisamente la Civetta e Cianchino compie il suo primo capolavoro passando fra Trecciolino e i palchi. Il passo di Uberto è entusiasmante e si capisce che Careca avrà vita dura per difendere il suo vantaggio che è già diminuito sensibilmente.
Il Palio è ormai una disputa a due, con Cianchino che già nella seconda curva di San Martino attacca il più giovane antagonista costringendolo a una traiettoria tutt'altro che perfetta. Poco dopo la Cappella, con Uberto che ormai dimostra chiaramente di avere una marcia in più, Bufera tenta l'ultimo disperato colpo di coda cercando di stringere la Tartuca alle transenne, ma il binomio giallo-blu ormai vola letteralmente e Uberto si libera di forza dell'avversario.
Il sorpasso avviene poco dopo il palco delle comparse, con Cianchino che curva poi strettissimo al Casato con una traiettoria perfetta che annulla le residue speranze della Lupa, il cui cavallo pare ormai in netto calo fisico.
È il trionfo della Tartuca dopo un'eternità durata ben 19 anni, la definitiva consacrazione di Cianchino, ammesso che ancora ne avesse bisogno, capace di trionfare due volte consecutivamente sempre con azioni di recupero, la fama per Uberto, un soggetto che molti avevano ormai classificato come un semplice comprimario della Piazza.
Fra gli sconfitti, onore delle armi per Lupa e Civetta e per i loro cavalli, nuovi della Piazza, mentre tutti gli altri hanno potuto dire ben poco, anche a causa delle due rovinose cadute che li hanno messi fuori gara.
Ma al popolo giallo-blu in delirio, di questo poco importa; il "cencio" di Carlo Pizzichini è ormai saldamente nelle loro mani per far dimenticare tanti anni di sofferenze e delusioni.
Luca Luchini