Anche la carriera dell'Assunta ha preteso il tributo di sangue sul tufo. A farne le spese, vittima dell'umana leggerezza, è stato Soriano, cavallo proveniente dalla provincia pisana. L'incidente è avvenuto durante la confusione delle prove notturne, all'altezza del Gavinone. Un intruppamento e per Soriano, montato da Pavone, non c'è stato nulla da fare: morte quasi istantanea. L'ennesimo segnale che qualcosa non và più, che non è possibile affrontare certe cose senza la dovuta accortezza.
Le batterie. Sono stati 37 i soggetti che hanno preso parte alle selezioni per il Palio del 16 agosto 1990. Sul verrocchio, dopo le improvvise dimissioni del mossiere designato Euro Federico Roman a due giorni dalla tratta, salito Wilson Pesciatini, vigile urbano in pensione, con una certa esperienza in fatto di mossa.
Novità emerse ben poche. Nella prima batteria sette soggetti ai canapi, con Fogaritzu montato da Cossu che scattava veloce al comando. Dopo un giro passava Mirò con Casu in groppa che conduceva a buona andatura denotando però dei problemi a San Martino dove allargava notevolmente. Mirò vinceva facilmente la batteria sull'ormai conosciuto Euro, montato da Nofari, e il nuovo Isidoro montato da Corbini. Buono spunto in partenza anche di Fogaritzu.
Bella prestazione nella seconda batteria del purosangue di Pieraccini, dal nome romantico di Tramonto sull'Arno, il quale uscito per primo dai canapi, teneva la testa per tutti e tre giri, montato egregiamente da Pietro Maccari.
Alle sue spalle giungeva lo scorretto Colpo Grosso, che al terzo San Martino aveva scavallato il proprio fantino Magagnini, mentre terzo era Camillo con l'Innominata. Da segnalare in questa batteria la brutta caduta di Giorgio Satini con il forte, ma ancora scorretto Rocco F. Discreta la prova di Arpavian, montato da Falchino, che metteva in mostra un buono spunto tra i canapi.
Nella terza batteria ha destato impressione la prova di Orchidea, purosangue, che scattata al comando in maniera travolgente affrontava la prima curva del Casato a tutto gas. Il suo fantino Valeriano Cavicchioli non riusciva a rallentarla così che Orchidea batteva violentemente nel colonnino. Cavicchioli cadeva senza però gravi conseguenze. Orchidea vinceva la batteria scossa, seguita da Furba II con Mureddu e un altro scosso, Pippo, che al terzo San Martino aveva visto la caduta del suo fantino Columbu.
Senza infamia e senza lode in questa batteria la prova di Spinella Pianetti della Stufa in groppa a Uberto, unica donna presente alle batterie di selezione.
Otto partecipanti alla quarta batteria con partenza sprint della pura Adonea seguita da Careca e Marilena. Dopo San Martino in vantaggio Adonea, che veniva spinta al massimo per tutti i tre giri dal bravo fantino Claudio Bandini, dimostrando precisione. A largo distacco giungevano Tric Trac (Sole Rosso) con Bernardini e l'esperta Mariolina con Renato Porcu, buona la sua prova.
Galleggiante fulminava tutti al calar dei canapi nella quinta batteria, mettendo in mostra per un giro almeno, la sua ottima forma così come quella del suo fantino allenatore Claudio Naldi, meritevole di maggiore fortune. Al secondo giro sul rallentamento di Galleggiante passava in testa James Bond montato da Turchi su Folletto Azzurro che poi vinceva la batteria montato da Franco Casu detto Spirito e Liberty Pool con Simone Parola. Cadeva al terzo giro al Casato Semenzato in groppa a Bela Bartok, senza gravi conseguenze.
Una sola batteria di recupero con otto cavalli chiamati a riprovare. Arpavian con Falchino dimostrava ancora le sue buone doti di partitore, scattando velocemente al comando su l'Innominata, Orchidea, che aveva cambiato monta, e Mariolina.
Al secondo San Martino brutta caduta di Franco Casu in groppa allo scorretto Mirò, che battuto nello spigolo del bandierino scivolava fino ai materassi, senza gravi conseguenze per il cavallo, mentre Spirito rimaneva esamine e veniva condotto via dai sanitari.
Vinceva la batteria, nella quale era impegnato anche il leggendario Benito, Renato Porcu detto Rino in groppa a Mariolina, su Orchidea e L'Innominata. Se si escludono i cinque o sei sicuri, protagonista già varie volte del Palio, difficile si è resa la scelta dei capitani per trovare gli altri, sui ben 37 cavalli presentati all'entrone.
Leocorno, Montone e Lupa sono le Contrade favorite nel Palio dell'Assunta, mentre anche Selva e Torre coltivano discrete speranze. Sono questi i primi sentimenti per i contradaioli dopo l'esito della tratta della carriera del 16 agosto che ha visto finire Benito in Pantaneto, Pytheos nei Servi e Figaro in Vallerozzi.
Quando squillano le chiarine l'emozione è palpabile. Il sindaco, uno ad uno, scandisce gli accoppiamenti dei cavalli con le Contrade. Eccoli, secondo l'ordine di estrazione: Lupa-Figaro, Giraffa-Euro, Onda-Mariolina, Civetta-Adonea, Tartuca-Fabiola, Valdimontone-Pytheos, Leocorno-Benito, Selva-Galleggiante, Istrice-Orchidea, Torre-Uberto.
A saltare di gioia sono soprattutto i gruppi dei contradaioli del Leocorno, del Montone e della Lupa, ma anche la Selva non disdegna certamente Galleggiante, vincitore di Luglio, ed ancora apparso in buona forma.
Il lotto dei dieci cavalli scelti non ha destato grandi sorprese. Fra i trentasette soggetti presentati all'entrone, dopo aver visto le batterie di selezione, e con il ritiro di Chartreuse e di Mirò, quasi tutti erano d'accordo nell'indicare il lotto che poi hanno effettivamente scelto i capitani. Re Benito, nel Leocorno, ha diritto allo scettro di favorito numero uno, anche se la concorrenza è agguerrita. Per esempio c'è un Pytheos nel Montone che è andato a ritrovare quel Beppino Pes che lo conosce benissimo e lo allena; anche questa è un'accoppiata che vanta grosse credenziali.
Figaro nella Lupa completa la triade dei superfavoriti. Ma subito dietro c'è un Galleggiante che, andato in sorte alla Selva di capitan Fabio Rugani, può assicurare quattro giorni di giustificata speranza, e poi chissà. Uberto, accolto senza troppo entusiasmo nella Torre, è un classico outsider, che è reputato già bene adattato alla Piazza, ed in possesso di qualità inespresse. Euro (Giraffa), Fabiola (Tartuca), Mariolina (Onda), sono cavalli che hanno già corso, di cui si conoscono pregi e difetti, e che per la verità non alimentano moltissime speranze, anche se nel Palio non si può mai dire. Leggermente diverso il discorso per Orchidea (Istrice) e Adonea (Civetta), che sono cavalli nuovi e che in batteria sono andati molto bene. Orchidea ha vinto scossa, ma senza evidenziare difetti, la propria batteria. Come tutti i cavalli nuovi, questi due soggetti possono almeno alimentare la speranza della sorpresa.
Una cosa è certa: questa volta, a differenza che a luglio, quando tutto era già quasi bloccato prima della tratta, conterà molto il valzer delle monte. Diversi big della Piazza aspettavano il sorteggio per orientarsi e poi sistemarsi su un cavallo e su una contrada adatta. In generale, si può dire che alle tre "banche" dell'Assunta, Torre, Istrice e Tartuca, nel complesso la tratta non è andata benissimo, e questo apre ulteriormente la strada anche a Contrade di più ridotte dimensioni, che aspirano a dire una parola autorevole il 16 agosto. Molto dipenderà dalle mosse delle varie dirigenze e dei vari fantini.
Prima prova
Lupa e Torre partono benissimo nella prima prova, vinta dalla Contrada di Salicotto, rimasta per tre giri in testa. E Cianchino che veste il giubbetto rosa del Montone costituisce il primo colpo di scena di un valzer delle monte che si annuncia spettacolare. Nessuna esenzione alla prima prova.
Le Contrade sono state chiamate fra i canapi in quest'ordine: Tartuca, Fabiola e Paolo Ragoni; Lupa, Figaro e Alessandro Cesario; Civetta, Adonea e Luigi Bruschelli; Onda, Mariolina e Claudio Naldi; Torre, Uberto e Massimo Donatini; Giraffa, Euro e Renato Gigliotti; Leocorno, Benito e Renzo Turchi; Valdimontone, Pitheos e Cianchino; Selva, Galleggiante e Giorglo Satini; di rincorsa l'Istrice con Orchidea e Bonito. Da notare che nella Circostanza c'erano soltanto quattro fantini che hanno già corso il Palio: Naldi, Gigliotti, Cianchino e Bonito; e solo gli ultimi due sono stati già vittoriosi.
La prova costituisce anche un test per il "nuovo" Mossiere, Wilson Pesciatini, mostratosi molto sicuro, come già al mattino, durante le batterie di selezione. La mossa è tuttavia sembrata un pochino "giovane".
La permanenza fra i canapi è assai breve e movimentata dal cavallo della Civetta Adonea che si agita e sembra rifiutare il contatto con il canape. Poi l'Istrice entra fiancata e la mossa è data buona.
Dallo steccato mette la testa avanti la Lupa, ma dalla posizione medio bassa del canape parte benissimo anche la Torre. Le due Contrade sono appaiate alla fonte, poi la Lupa richiama il cavallo, la Torre prende nettamente la testa e gira bene a San Martino, precedendo Civetta e Selva che arrivano lanciate. Donatini continua a provare lo spunto di Uberto, gira pulito anche al Casato, e fa vedere un buon galoppo.
Non è certamente da meno l'azione della Civetta, con Adonea che, pur parzialmente frenata da Bruschelli, non perde contatto. Al terzo San Martino ancora Torre prima, mentre la Selva va a superare la Civetta all'esterno. La Torre ormai non si ferma, e va a vincere in scioltezza la prima prova davanti a Selva e Civetta.
L'immediato dopo corsa è tranquillo. Per quanto riguarda i cavalli, avendo Galleggiante ormai poco da dimostrare, va preso nota della bella galoppata di Uberto, primo per tre giri con sicurezza, ma ha impressionato anche la potenza di Adonea che già in batteria aveva fatto registrare un tempo eccezionale.
Passando ai fantini, certamente qualche big si sistemerà. C'è da considerare che sono a piedi, tanto per gradire, Bastiano, Aceto, Massimino, Pesse, Bucefalo, ed anche Francesco Ticci. E non è detto che nel giro dei dieci al canape non si possa inserire anche un ex big come Truciolo. Cianchino è dunque andato a ritrovare quel Pytheos con il quale a luglio aveva legato bene. Si tratta ora di verificare se il Montone smonterà quel Beppino Pes che allena proprio Pytheos.
Seconda prova
L'Onda ha vinto la seconda prova, che è stata caratterizzata dallo "choc Aceto" con il giubbetto della Torre. Solo pochi addetti ai lavori sapevano, prima della prova, che Andrea Degortes avrebbe corso per Salicotto.
E invece è andata proprio così. Il veterano della piazza, tra i protagonisti del grande giro delle monte, sceso sul Campo con i colori di Salicotto. Aceto è intenzionato a vincerlo questo Palio.
La mossa, dai contradaioli è rimasta sbalordita nel vedere il giubbetto cremisi addosso ad Aceto, e dalla terrazza appariva spettacolare vedere i movimenti della gente in Piazza che si spostavano verso la mossa per vedere da vicino le novità e sensazioni.
Anche per la seconda prova, nessuna esenzione: tutti e dieci i barberi hanno regolarmente disputato la prova. Le Contrade si sono presentate al canape in quest'ordine: Istrice, Orchidea e Claudio Bandini; Selva, Galleggiante e Giorgio Satini; Montone, Pytheos e Federico Corbini; Leocorno, Benito e Bonito; Giraffa, Euro e Renato Gigliotti; Torre, Uberto e Aceto; Onda, Mariolina e Claudio Naldi; Civetta, Adonea e Luigi Bruschelli; Lupa, Figaro e Dario Colagè; di rincorsa la Tartuca con Fabiola e Francesco Ticci.
Breve la permanenza fra i canapi, movimentata da qualche contatto fra le avversarie vicine, Onda e Torre. Poi la Tartuca entra fiancata e la mossa è valida. Dai canapi scattano bene Leocorno, Torre e Istrice, che poi richiamano subito i rispettivi cavalli. Passano in testa, nell'ordine, Onda e Giraffa, sempre sulla scia dell'Onda. La Contrada di Malborghetto spinge abbastanza anche nel terzo giro e va a vincere la prova in solitudine, precedendo l'Istrice.
L'immediato dopo corsa è calmo, sia in pista che nei dintorni di Piazza del Campo. Oltre ad Aceto nella Torre, hanno fatto sensazione anche gli spostamenti del Ticci (evidente scambio con il rione di Salicotto), di Bonito che non veste il giubbetto a strisce di Camollia, e il Montone, che in prova passa disinvoltamente da Cianchino a Federico Corbini.
Terza prova
Sì, è proprio un Palio a rovescio. Con la Madonna a testa in giù nel drappellone del fiorentino Luca Alinari; il mossiere designato che dà forfait alla vigilia della tratta; un cavallo morto alle prove di notte; con Aceto nella Torre, e un valzer delle monte indecifrabile, come non si vedeva da molti anni; con una Contrada costretta suo malgrado a sbandierare il vessillo delle bibite.
È proprio un Palio a rovescio. Questa dell'Assunta è una carriera "strana", un Palio con la "P" maiuscola, vissuto intensamente, sofferto e "giostrato", almeno nelle retrovie. La terza prova, vinta dal Montone, ha confermato tutte le tessere del mosaico andate a posto al mattino, proponendo in più il ritorno di Cianchino nel Montone, dopo la parentesi Federico Corbini, un giovane fantino di Monteroni.
Prima della prova, cori potenti fra i palchi, con la Torre imbaldanzita dalla "conquista" di Aceto, e l'Oca che vuol mostrare di esserci anche se non corre.
Le Contrade, ancora una volta presenti tutte e dieci, nessuna esenzione, si sono presentate fra i canapi in quest'ordine: Lupa, Figaro e Dario Colagè; Giraffa, Euro e Renato Gigliotti; Onda, Mariolina e Claudio Naldi; Civetta, Adonea e Luigi Bruschelli; Tartuca, Fabiola e Francesco Ticci; Montone, Pytheos e Cianchino; Leocorno, Benito e Bonito; Selva, Galleggiante e Giorgio Satini; Istrice, Orchidea e Claudio Bandini; di rincorsa la Torre con Uberto e Aceto. C'è un po' di confusione tra i canapi ma la mossa è rapidissima. Wilson Pesciatini non vuol perdere tempo.
E quando entra la Torre, partono in testa, appaiate, guarda di caso, tutte le quattro Contrade più "basse"; Lupa, Giraffa, Onda e Civetta. Al primo San Martino gira prima la Lupa davanti alla Civetta. Al primo Casato la Giraffa guadagna la prima posizione e poi passa in testa davanti al bandierino, mentre arrivano lanciate Montone e Leocorno. Cianchino prova Pytheos e passa a condurre al secondo San Martino. Ci prova, riuscendoci bene, un Casato a tutta velocità. Il terzo giro è tutto condotto in testa da Cianchino e Pytheos, davanti alla Giraffa. Il Montone abborda forte anche il terzo Casato, e poi va a vincere in scioltezza la terza prova. L'uscita delle Contrade da Piazza del Campo è tranquilla, forse anche più del solito e anche nei dintorni tutto va a posto.
La festa dell'Assunta, dunque, la festa "nazionale" dello Stato senese, la grande festa della Siena che fu. Le monte? Un rebus. A questo punto, tutto ruota intorno alla Selva. Quando Fabio Rugani avrà deciso, il quadro dovrebbe sbloccarsi anche per quanto riguarda l'Istrice e l'Onda, salvo se altri. Per ora il capitano della Selva si è affidato al giovane Giorgio Satini. Devono ancora sistemarsi Bastiano, Bucefalo, Massimino e Pesse, e non è escluso che qualcuno rimanga a piedi. Consolidati sembra Cianchino nel Montone e Bonito nel Leocorno, con Tartuca, Torre e Giraffa a posto, con Civetta e Lupa che sembrano affidarsi a Bruschelli e Colagè, il quadro si va stringendo. Bucefalo nell'Onda? E la Selva, quale big sceglierà? E l'Istrice, ammesso che scelga un big? Tutte ipotesi onestamente fumose, in un Palio che non finisce più di stupirci. Aceto, nella Torre, lotta con il suo mito, per dimostrare che è il più grande di tutti.
E se Aceto, alla sua età e con la sua immagine da difendere, a fine carriera sceglie di correre il Palio forse più difficile della sua vita, vuol dire che ci crede, vuol dire che anche la Torre va inserita fra le favorite d'obbligo. Altrimenti non si spiegherebbe la mossa di Andrea Degortes. Ma gli altri big, e i giovani rampanti, non staranno a guardare. Senza contare il ruolo delle Contrade, che in questo Palio hanno fatto sentire il loro peso, in modo consistente. Dubbi, ansie, speranze..., ancora poche ore e sapremo la verità.
Quarta prova
È la Lupa a vincere questa quarta prova del Palio di mezz'agosto. E le novità non finiscono più di stupire. Ma poi nemmeno più di tanto. I capitani delle dieci Contrade che prendono parte a questo Palio hanno scelto. Il quadro delle monte appare ora ben delineato e non ci dovrebbe essere ulteriori cambiamenti.
Massimino e Bucefalo, i tre grandi assenti fino a questo momento, hanno fatto la loro comparsa sul Campo; il Coghe è stato scelto da Capitan Rugani per vestire il giubbetto della Selva al posto di Giorgio Satini. La Giraffa ha optato ancora per Silvano Vigni, sperando magari nel "cappotto". E così Gigliotti resta a piedi. Stessa sorte per Claudio Bandini che nelle prove precedenti aveva montato per l'Istrice ed ora si è visto smontare per far posto a Maurizio Farnetani detto Bucefalo. Il panorama delle monte, quindi, non dovrebbe mutare, salvo eventuali cambiamenti dell'ultima ora.
Vediamo allora l'ordine di entrata ai canapi della quarta prova. Prima la Torre con Uberto e Aceto, Istrice con Orchidea e Bucefalo, Selva con Galleggiante e Massimino, Leocorno con Benito e Bonito, Montone con Pytheos e Cianchino, Tartuca con Fabiola e Ticci, Civetta con Adonea e Bruschelli, Onda con Mariolina e Naldi, Giraffa con Euro e Bastiano, Lupa con Figaro e Bufera di rincorsa.
La mossa è anche questa volta rapidissima. Il mossiere Wilson Pesciatini non dà il tempo ai cavalli di innervosirsi facendo sì, al tempo stesso, che l'ordine di entrata tra i canapi venga rispettato. Entra la Lupa all'altezza del verrocchino e l'uscita tra i canapi delle altre contrade è fulminea: a partire bene naturalmente i barberi vicino allo steccato. Torre, Montone e Leocorno hanno la meglio, ma il Colagè vuole provare Figaro. E così il fantino della Lupa si porta in prima posizione già prima di affrontare la curva di San Martino, passando dall'esterno le Contrade che lo stavano precedendo. Prova anche la Tartuca con Fabiola e Francesco Ticci mentre la Lupa si appresta ad affrontare il primo Casato. Seguono a ruota la Civetta e la Tartuca.
Al secondo San Martino l'ordine dei passaggi è immutato con Colagè in testa seguito da Bruschelli e Ticci. Tre giovani fantini, qualcuno più fortunato, qualche altro un po' meno, ma tutti desiderosi di vittoria. Prova anche l'Istrice: Maurizio Farnetani vuole saggiare il proprio cavallo, ma pensa soprattutto alle curve.
Al secondo Casato le posizioni ancora immutate: Lupa, Civetta, Tartuca e Istrice, mentre le altre Contrade procedono al passo. All'altezza di Fonte Gaia, Lupa e Istrice provano ancora, poi rallentano progressivamente, affrontano la curva del Casato e la Lupa vince la prova.
Una prova a tratti, condotta con oculatezza, consapevoli che rischiare può pregiudicare tutto. Ma anche una prova che mette in luce le possibili caratteristiche del Palio: mossa velocissima con le Contrade basse favorite; la lotta è ancora aperta.
Prova generale
La Selva vince la prova generale. Ma si è rischiato di non correre a causa del tempo incerto fino a pochi minuti prima della prova. Brevi ma intense precipitazioni per tutto il pomeriggio che hanno fatto stare molti senesi a naso in su. Qualche timore nelle contrade dove si temeva di non poter effettuare la tradizionale cena. Ma veniamo alla prova.
Prima esenzione di una contrada. Si tratta della Civetta, il cui cavallo, Adonea, tra i canapi ha ricevuto un calcio dal barbero della Tartuca, Fabiola. Nulla di grave per Adonea montata da Luigi Bruschelli, ma per precauzione si preferisce non far correre la prova alla cavalla.
Questo l'ingresso delle Contrade ai canapi: Giraffa (Euro e Bastiano), Selva (Galleggiante e Massimino), Leocorno (Benito e Bonito), Istrice (Orchidea e Bucefalo), Montone (Pytheos e Cianchino), Lupa (Figaro e Bufera), Civetta (Adonea e Bruschelli), Tartuca (Fabiola e Ticci), Onda (Mariolina e Naldi), di rincorsa la Torre (Uberto e Aceto). La mossa, a differenza delle prove precedenti, è piuttosto nervosa: i cavalli sono irrequieti e non si rispettano le posizioni assegnate. Aceto, di rincorsa, fianca il cavallo ma non entra. Montone e Istrice forzano il canape Wilson Pesciatini lo fa abbassare dichiarando non valida la mossa. Si rientra dentro i canapi, ancora nervosismo ma la mossa è valida: schizzano via Giraffa, Lupa e Leocorno.
Al primo San Martino è la Lupa a girare prima seguita dalla Giraffa che affronta la curva molto stretta. Al primo Casato girano in ordine Lupa, Giraffa, Leocorno, Selva, mentre il Montone prova discretamente.
Al secondo San Martino Lupa e Selva galoppano con forza ma prova anche l'Istrice che passa al Casato. Il ritmo rallenta in maniera considerevole e solo l'Istrice continua con un'andatura più spinta andando ad affrontare il terzo San Martino.
Al Casato Torre e Tartuca girano bene. Tutte le Contrade procedono al passo e c'è l'ultimo spunto di Selva e Montone. Ed è la Selva che conclude prima la prova generale.
Il dopo corsa è caratterizzato da qualche attrito tra contradaioli del Montone e del Nicchio: nulla di fatto grazie al pronto intervento di carabinieri e vigili urbani.
Provaccia
Una vera e propria provaccia nel pieno rispetto delle tradizioni. Non partecipava la Civetta per precauzione dopo il calcio che Adonea ha subito da Fabiola, barbero della Tartuca, al posteriore sinistro. Nella Civetta monta Luigi Bruschelli, fantino esordiente al Palio, che è stato soprannominato Trecciolino. Bruschelli, insieme a Francesco Ticci detto Tredici che corre per la Tartuca, è il più giovane fantino presente a questo Palio. È infatti nato nel 1968.
Nella mattinata, prima della prova, l'Arcivescovo di Siena, monsignor Gaetano Bonicelli, ha officiato la tradizionale messa del fantino. Dopo, gli stessi fantini i capitani ed il mossiere hanno effettuato una breve riunione nel cortile del Podestà per le ultime raccomandazioni. Poi la prova.
Mossa nervosa anche a questo giro. I cavalli tra i canapi sono irrequieti e Fabiola in particolare non disdegna qualche coppiola ai vicini. Le monte sono le stesse della prova generale mentre questo è l'ordine di ingresso ai canapi; Onda, Torre, Tartuca, Montone, Istrice, Leocorno, Selva, Giraffa di rincorsa. La Civetta è stata esentata dal partecipare alla provaccia. La prima mossa è subito valida e scattano in tre. Sono Torre, Selva ed Istrice a partire bene ma richiamano prontamente i propri cavalli. A San Martino girano bene l'Istrice, la Torre e la Tartuca che intanto ha superato le due contrade appena citate.
Il Ticci è il fantino che prova maggiormente il proprio cavallo alla provaccia. Gli altri praticamente tutti al passo, a parte qualche spunto nell'affrontare le curve. E così la Tartuca vince la provaccia.