La Carriera del 16 agosto 1982 è preceduta dalle grandi polemiche del Palio Straordinario da dedicarsi alla vittoria della squadra italiana ai campionati mondiali di calcio in Spagna. Per questo motivo si arriva al giorno della tratta senza quell'attesa abituale che precede solitamente il primo giorno di festa.
Alla tratta oltre all'inesorabile presenza di Urbino de Ozieri fa la sua entrata sul tufo anche il "protagonista" del Palio di luglio: Rimini. Chiaramente e per differenti motivi ambedue i soggetti non rientrano tra le scelte dei Capitani.
I giorni che precedono la corsa finale sono caratterizzati dai cambi improvvisi di monta, dal grave infortunio al cavallo della Giraffa e da non casuali mischie fra contradaioli.
Si giunge alla sera del Palio con Chiocciola, Pantera e Montone che aumentano le già alte quotazioni della vigilia con l'ottima posizione tra i due canapi.
Il Mossiere Ricci chiama infatti le Contrade a sfilare nel seguente ordine: Civetta, Drago, Pantera, Montone, Chiocciola, Bruco, Selva, Leocorno e Torre di rincorsa.
Tra i canapi ci sono solamente nove Contrade, come nello scorso Palio di luglio, dato che ventiquattro ore prima della corsa la cavallina della Giraffa, Claudia IV, è stata abbattuta per un incidente riportato durante le prove.
La mossa, come da qualche tempo a questa parte, è lunga e laboriosa. Ulrico Ricci sempre alla ricerca dell'allineamento perfetto si dimostra troppo pignolo oltre ad essere incline alle mosse giovani.
Ricci fa uscire per tre volte le Contrade dai canapi, poi si trova costretto ad abbassare il canape per non far cadere Aceto da Benito in seguito ad una forzatura della mossa.
Quando questa è buona, Beppino Pes conferma le doti di buon partente espresse nel Palio di luglio e schizza via con il suo Arlem de Mores, tallonato dalla Chiocciola.
Subito dietro seguono dallo steccato il Drago, e dall'esterno Selva e Leocorno. Poi Bruco e Torre, mentre la Civetta e la Pantera rimangono ai canapi. Aceto, quando la Torre entra, è addirittura rigirato verso il Casato. L'allineamento se si esclude la posizione della Pantera, è perfetto.
Prima della Fonte la Chiocciola è prima e nulla può il generoso, ma ancora inesperto, fantino del Montone nei confronti di una coppia esperta e affiatata.
A San Martino la Chiocciola è ancora in prima posizione: Panezio riassapora il gusto delle corse di testa e si impegna al massimo. Alle loro spalle Montone, Leocorno e Drago non demordono. Bruco e Selva girano al largo, più indietro la Torre e la Civetta.
In testa le posizioni rimangono invariate con la Chiocciola tallonata da presso dal Montone. In terza posizione rinviene forte il Leocorno, alle sue spalle seguono nell'ordine Drago, Bruco, Torre, Civetta, Selva.
La Chiocciola arriva al secondo San Martino con un vantaggio considerevole guadagnato in gran parte nella spianata dopo la mossa. Secondo è sempre il Montone ma solo per poco in quanto con un'autentica prodezza Antonello Casula riesce a superarlo, e girando molto bene si porta a ridosso della Chiocciola.
Dietro al gruppo di testa succede il finimondo: Cianchino impegnato nella rimonta non riesce a far girare Borela e frana addosso al Drago, sbilanciandolo in modo decisivo. Se questo non bastasse, Canapino e Spillo si ritrovano sulla scia dei due cavalli e subiscono la medesima sorte di Cianchino e Francesco Congiu.
Cadono così quattro Contrade. Ma la lotta per la prima posizione e quanto mai in discussione. Ora la Chiocciola deve difendersi dal Leocorno che prima di raggiungere il Casato ha già risucchiato tutto il vantaggio acquisito dalla coppia di testa.
Il Casula sferra l'attacco decisivo all'ingresso della curva: si allarga stringendo la traiettoria per trovarsi, una volta usciti dalla curva, all'interno di Panezio e Bazzino ma i posteriori di Balente non trovano l'appoggio sperato e i due scivolano per terra. Balente prosegue la corsa scosso ma ormai la lotta per il primo posto rimane a discrezione della Chiocciola e del Montone.
L'ultimo giro è da cardiopalma, il Montone prova a passare in qualunque momento, insiste, si avvicina, sembra che ce la faccia, ma la Chiocciola riesce a mantenere lo steccato, e quindi impedisce al Pes qualsiasi tentativo di passarlo.
All'ultimo San Martino Bazzino ha quasi un cedimento ma riesce a rimanere in groppa a Panezio. I tentativi di Beppino Pes di aggiudicarsi uno storico cappotto da esordiente, sono resi vani da Panezio che sente prossima la settima vittoria personale in barba a chi ancora lo vuole vecchio e decrepito.
Il Palio è finito, Bazzino si tende su Panezio e alza il nerbo al cielo urlando con tutta la propria gioia. Dietro di loro il Montone precede Balente scosso e la Torre distanziata.
In corsa è mancato del tutto Aceto: colto di sorpresa alla mossa è partito solo dopo aver trovato il tempo di discutere con Ulrico Ricci, poi una volta lanciatosi, con esigue probabilità, all'inseguimento dei primi ha sdrusciato sul colonnino del primo San Martino, e per lui il Palio è terminato molto prima delle aspettative.
Per la Chiocciola è festa grande, il terzo successo di Capitan Iannone riporta alla vittoria anche un rigenerato Panezio e un ritrovato Bazzino che mancava all'appuntamento dal lontano 1974.
Per concludere citiamo un curioso ma significativo episodio avvenuto al termine del Palio: mentre i chiocciolini festanti si riuniscono sotto il Palco dei Capitani, Balente il barbero del Leocorno, che aveva concluso scosso in terza posizione, esce di gran carriera dalla Piazza involandosi verso Pantaneto.
All'altezza di Piazzetta Virgilio Grassi non accenna a fermarsi ma continua la sua corsa fino a raggiungere i Pispini, proprio davanti alla Chiesa del Nicchio, e alla stalla della Contrada che lo scorso anno gli attribuì gli onori dovuti a chi trionfa. Poi è stata la volta delle carezze dei bambini e degli abbracci commossi degli adulti.
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