Era arrivato a Siena col soprannome di Specchio, lo chiameranno anche Pennanera, ma Aceto identifica, come uno slogan, il fantino che risponde al nome di Andrea De Gortes.
Cavallerizzo abile e intelligente, gestito con sapienza ed arguzia, preparato professionalmente e scientificamente nei particolari, protetto e difeso in qualsiasi situazione "tecnica" si fosse trovato, amato ed odiato, odiato e poco amato, personaggio del Palio e di se stesso, Aceto ha sfruttato in pieno la progressiva intelligenza nel saper apprendere quei particolari che fanno il Palio dentro e fuori la Piazza.
Ha cambiato il Palio perché ha cambiato il meccanico rapporto tra Contrada e fantino; ha fatto capire che lui vincente significava la sconfitta della Torre, e l'Oca, seppur masticando amaro in qualche occasione, con lui è tornata a gestire il Palio.
Personaggio: Aceto ha ribaltato la storia, i mass-media in cerca della notizia (che in altri termini è merce da vendere) cercano lui e non il Palio e Aceto ha saputo vendere alla perfezione la sua merce.
Nessuno nasce fantino da Piazza, perché la corsa è anomala, perché il Palio è anomalo, è ricco di particolari che ne costruiscono la storia e la leggenda. Guai ad anticipare i tempi e credere di essere già entrato.
E Aceto ha capito tutto con calma e la mente fresca, con un fisico perfetto e con fortuna, dote essenziale per il successo. Ma non si può essere solo fortunati, bisogna anche saper fare bene il proprio mestiere, bisogna essere bravi: Aceto è bravo. E' leggenda vivente con i suoi 13 attuali Palii vinti, è una leggenda del Palio per ciò che è e che rappresenta. La storia del Palio con Aceto si è arricchita di un capitolo bello e sostanzioso, ora tutte queste splendide pagine non vanno sciupate, amaramente e senza ragione.
Batterie drammatiche: per la prima volta nella storia del Palio si registra un infortunio con conseguenze gravissime: a S. Martino Pasquale Virgili su Berta batte nello spigolo e resta paralizzato.
Dopo 32 anni torna sul Verrocchio una Guardia Municipale, si tratta di Wilson Pesciatini in questo ruolo già dalla prima prova. Il meccanismo del canape si impara in Piazza anche se la mossa è un po' vecchia. Cadono Bruco e Nicchio e tutti restano ai loro posti.
Allineamento buono per Pesciatini con il Drago che brucia tutti grazie alla scelta di tempo del debuttante Peppinello. Dietro il Drago Lupa, Tartuca, Torre, Nicchio, Selva, Bruco. Il cambio di posto tra Rondone e Canapino costerà ad entrambi un'ammonizione, e la stessa punizione la subirà Peppinello.
Il Fantino del Drago gira a S. Martino col nerbo alzato e dietro vediamo Tartuca, Lupa, Torre poi Nicchio, Giraffa, Bruco mentre Crezio rifiuta la curva.
Al primo Casato Drago in testa, Canapetta che riesce a non cadere, Lupa poi Nicchio (che scarta e Tristezza è bravo), Torre, Giraffa (che batte) e Bruco. Dietro il Drago, tranquillo in testa, il Palio lo corrono Lupa e Tartuca.
E' troppo affannoso l'ingresso di Canapetta al terzo S. Martino e riesce solo a recuperare al Casato sulla Lupa, ma il Drago è ormai davanti a tutti. Peppinello vince al debutto e per Camporegio è il terzo Palio vinto sui tre corsi: nessuno come il Drago, se non ancora il Drago, nel 1889-1890.