1932, ottobre - Palio straordinario chiesto dalla Società Italiana per il Progresso delle Scienze - Non approvato.
Il 18 giugno 1932 la Società ltaliana per il Progresso delle Scienze inviò al Podestà di Siena una domanda per ottenere lo spettacolo di un Palio straordinario in concomitanza con la XXI riunione, che si sarebbe tenuta a Roma dal 9 al 15 ottobre e con la celebrazione del X anniversario della rivoluzione fascista.
La Società avrebbe appositamente sospeso i propri lavori scientifici ed il Comitato organizzatore del congresso avrebbe trasferito gli scienziati a Siena per farli assistere alla corsa senese.
La Società ricordò che, in onore degli scienziati italiani il 25 settembre 1913 era stato disputato un Palio straordinario (vinto dalla Contrada della Giraffa) in occasione della VII riunione, tenutasi presso l'Università di Siena, e che la memoria dell'avvenimento era ancora vivissima in tutti coloro che ebbero la fortuna di assistervi.
Il Podestà interpellò ufficialmente il Magistrato delle Contrade, al fine di raccoglieme il parere. I Priori si riunirono il 29 giugno e, all'unisono, si pronunziarono contro l'effettuazione del Palio straordinario avendo il Magistrato deliberato per rispetto del rito annuale che per nessuna ragione dovrà celebrarsi all'infuori delle sue sacre giornate votive del 2 Lugllo e del 16 Agosto di ogni anno.
Il Rettore, Conte Guido Chigi Saracini, nella comunicazione al Podestà fece presente che anche il Re d'Italia condannò che si concedessero Palii straordinari e lo fece in modo assai reciso quando, trovandosi a passare incognito per il rione di S. Marco nel 1928 ed essendosi incontrato con il "cavallino" della Chiocciola reduce da uno delle prove per il Palio straordinario concesse, allora, in occasione del VI Festival di Musica Moderna che si svolgeva in Siena, conosciuta l'avvenuta concessione e credendosi non riconosciuto sentenziò precisamente così: "Ma; i Palii non sono e non devono essere che due: di Luglio e d'Agosto".
È noto come, dette queste da Sua Maestà, uno dei popolani, riconosciutolo gridasse: "Via il Re!" e ne seguisse un'affettuosissima dimostrazione al Sovrano, alla quale Egli si affrettò a sfuggire sorridendo.
Il nostro Palio -concluse il Rettore- sarà tanto più importante, quanto conserverà strettamente ed unicamente le date uniche e sole della sua celebrazione doppiamente commovente e per ché votiva alla DIVINA PATRONA LA VERGINE MADRE DI DIO e perché storica.