Palio di Provenzano
di venerdì, 2 luglio 1926

Ritorno al successo per la Pantera dopo ventidue anni e per il redivivo Bubbolo dopo dodici anni e la famosa coltellata del 1919.

In Stalloreggi arriva la potente Giacca che viene subito affidata a Bubbolo. L'altra favorita è l'Oca con Norge e Picino, in Fontebranda sin dalla prima prova. La terza prova salta per pioggia, tuttavia non mancano cambi di monta, anche clamorosi.

Nel Leocorno a Grattapassere viene preferito Randellone, lasciato libero dall'Istrice>. Alla Prova generale si fa male Canapino nella Civetta, a sostituirlo arriva Pirulino dalla Selva che è costretta ad affidarsi all'ultimo istante al debuttante Nocciolino II.

Si corre alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, accompagnato da altri importanti esponenti di Casa Reale.

Dalla mossa esce prima l'Onda, seguita da Pantera ed Oca. Garibaldi gira primo a San Martino ma davanti al palco delle Comparse lascia il passo a Pantera ed Oca che rinvengono a doppia velocità.

Bubbolo riesce a portare Giacca in testa, Picino segue a poca distanza, mentre in terza posizione si affaccia la Civetta.

La carriera ha un andamento molto fluido e lineare, le posizioni di vertice restano immutate sino al termine.

La Pantera vince con un tempo di poco superiore al 1'16", cosa impensabile per quel periodo in cui erano impiegati cavalli molto più lenti rispetto ad oggi.

Parlare dell'affetto dei cavallai per i propri soggetti sarebbe, comunque, inutile ed impossibile considerando la passione ed i sacrifici che molti appartenenti a questa benemerita categoria sostenevano, e sostengono anche attualmente, perchè in Piazza i loro cavalli siano sempre i migliori.

Un esempio abbastanza significativo è quello dello zio di Dedo Pianigiani, Giacco, che voleva che il nome di ogni suo cavallo ricordasse il suo, quasi a sentirli ancora più legati a sè. Fu così che in Piazza corsero la Giacca, Giacchino, Giacchetto tutti provenienti, fra l'altro, dal medesimo allevamento, con la Giacca autentica punta di diamante della scuderia, se è vero come la storia paliesca racconta, che vinse il Palio del luglio 1926 nella Pantera con Bubbolo facendo segnare il tempo prestigioso di un minuto e sedici secondi.

Giacco usava per i suoi cavalli un metodo di allenamento tutto particolare. Li attaccava al calesse e li faceva girare a lungo in Piazza secondo la direttrice della pista facendo loro fare brevi scatti, tranquille passeggiate e provando con pazienza le curve fino a che non avevano preso piena confidenza con il difficile tracciato.

Questa volta è Salicotto a far festa. E a cantare: "Di luglio avevi il Norge / d'agosto la Giacchina / povero prete Bani / povera Massimina...".

I fatti. Il cavallo Norge è nell'Oca, e monta il solito Angelo Meloni che nulla poté contro la poderosa Giacca, montata da Bubbolo nella Pantera. Record della corsa: 1 minuto e quindici secondi!