La mattina del 29 giugno avrebbero dovuto aver luogo le prove eliminatorie dei cavalli e la tratta; ma, a causa della pioggia caduta incessantemente fin dal pomeriggio del giorno avanti, le batterie e la cerimonia dovettero essere rinviate con un'ordinanza del Sindaco.
Finalmente, accomodata la pista, poco dopo le 15 poté essere dato inizio alle prove, che si svolsero regolarmente e senza incidenti degni di nota.
Furono presentati diciannove cavalli, che furono suddivisi in quattro batterie. I fantini, datisi in nota per provarli furono ventuno, ma Edoardo Furi d. Randellone non fu sorteggiato e Luigi Viligiardi si rese irreperibile; così ad ogni fantino toccò un cavallo da provare.
L'ordine di assegnazione dei cavalli alle Contrade fu il seguente: cavallo n. 7 - Civetta, cavallo n. 6 - Giraffa, cavallo n. 4 - Valdimontone, cavallo n. 1 - Lupa, cavallo n. 3 - Istrice, cavallo n. 2 - Drago, cavallo n. 9 - Torre, cavallo n. 10 - Nicchio, cavallo n. 5 - Bruco e cavallo n. 8 - Aquila.
I migliori toccarono alla Lupa (la brava Fanfara, già di proprietà Ricci, più volte vincitrice, e superiore a tutti); alla Giraffa (quello toccato nell'Agosto precedente alla Civetta) - chiamato Fiorello - ed oggi molto migliore dell'anno precedente); al Montone (Lola, cavalla vecchia, ma sempre brava, toccata nell'anno precedente alla Tartuca e alla Torre), all'Aquila (quello toccato nell'Agosto precedente al Nicchio). Discreti toccarono alla Torre, Nicchio e Civetta; cattivi al Drago e Bruco; pessimo all'Istrice.
Nello stesso pomeriggio, dopo la tratta (e dopo l'estrazione della tombola a beneficio del fondo raccolto dal Magistrato delle Contrade per il rinnovamento degli storici costumi), ebbe luogo la prima prova, che riuscì senza alcun interesse.
1ª PROVA - Si può dire che come partirono dal canape così arrivarono alla vincita; nessun fantino s'impegnò, anche a causa del terreno sempre molle.
Al 1° giro a San Martino caddero i fantini del Drago (Giulio Cerpi d. Testina) e della Torre (Edoardo Furi d. Randellone) ed i cavalli seguitarono scossi la corsa.
Alla vincita arrivarono: 1 Giraffa - Enrico Viti d. Canapino; 2 Lupa - Angiolo Rossi; 3 cavallo scosso della Torre; 4 Nicchio - Guglielmo Pantucci; 5 Aquila - Alfredo Iacopini d. Grattapassere; 6 cavallo scosso del Drago; 7 Bruco - Ottorino Luschi; 8 Istrice - Aldo Mantovani d. Bubbolo; 9 Civetta - Angiolo Serio d. Pirulino; 10 Montone - Angelo Meloni d. Picino.
2ª PROVA- Dal canape partiva primo il Montone, che durante il primo giro lottò continuamente con la Giraffa, essendo terza l'Aquila. Questa cadde al secondo giro a San Martino ed il cavallo si fermò. Allora entrò terza la Lupa, che insieme alla Giraffa cercò continuamente per tutto il resto della corsa di passare il Montone, ma questi seppe sempre molto bravamente mantenere il primo posto e vincere la prova. Alla vincita arrivarono: 1 Montone, 2 Lupa, 3 Giraffa, 4 Nicchio, 5 Bruco, 6 Torre, 7 Drago, 8 Istrice.
Corsero gli stessi fantini che per la prova precedente, ad eccezione dell'Aquila, ove corse Corrado Poggini; del Drago, ove corse Alfredo Iacopini detto Grattapassere e dell'Istrice. La Civetta non corse avendo il cavallo zoppo.
3ª PROVA - Dal canape partiva primo il Montone seguito dalla Giraffa e Lupa. Questa dopo la voltata di San Martino prendeva il secondo posto e lottava continuamente con il Montone, finché riusciva a passarlo al secondo giro sotto casa Chigi. Fra gli altri non vi fu alcuna gara.
Alla vincita arrivarono: 1 Lupa-Angiolo Rossi; 2 Montone-Angelo Meloni d. Piccinetto; 3 Giraffa-Alfredo Iacopini; 4 Aquila - Ottorino Luschi; 5 Nicchio-Guglielmo Pantucci; 6 Torre-Garibaldo Fattori; 7 Bruco-Corrado Poggini; 8 Istrice-Ferruccio Funghi; 9 Drago-Aldebrando Cortecci. La Civetta non corse avendo il cavallo zoppo.
4ª PROVA - Dal canape partivano primi Bruco e Aquila; quest'ultima voltava prima a San Martino seguita dalla Lupa, che cercò continuamente di passarla e solo vi riuscì alla pianata al secondo giro. Anche la Giraffa poco dopo passava l'Aquila. Alla vincita arrivarono: 1 Lupa-Angiolo Rossi; 2 Giraffa-Ferruccio Funghi; 3 Aquila-Ottorino Luschi; 4 Bruco-Edoardo Furi d. Randellone; 5 Nicchio-Guglielmo Pantucci; 6 Istrice-Aldo Mantovani d. Bubbolo; 7 Torre-Angelo Serio d. Pirulino; 8 Drago- Alfredo Iacopini; 9 Montone- Angelo Meloni d. Piccinetto. La Civetta non corse avendo tuttora il cavallo zoppo.
PROVA GENERALE - Dal canape partiva prima la Giraffa, seguita da Civetta, Torre e Aquila; venivano quindi gli altri in gruppo.
A San Martino entrava seconda l'Aquila, che avvicinatasi continuamente alla Giraffa stava per raggiungerla, quando al secondo giro a San Martino cadde il fantino ed il cavallo si fermò. La Giraffa trattenne il cavallo, pur rimanendo prima, ed allora si ebbe per tutto il resto della corsa una bella gara per il secondo posto fra Civetta e Torre.
Alla vincita arrivarono: 1 Giraffa, 2 Civetta, 3Torre, 4 Bruco, 5 Nicchio, 6 Istrice, 7 Drago, 8 Montone.
Corsero gli stessi fantini che per il Palio. La Lupa non corse avendo il cavallo un poco zoppo per una contusione al nodello anteriore destro.
PROVACCIA - Senza alcun incidente - come sempre - si svolse questa prova, che fu vinta dal Nicchio. Corsero gli stessi fantini che per il palio, ad eccezione del Montone ove corse [...], il quale scese da cavallo appena calato il canape.
IL PALIO - La grande festa fu onorata dalla presenza del Re d'Italia Vittorio Emanuele III, che giunse a Siena, alle ore 17, in treno in forma strettamente privata, in compagnia delle figlie Mafalda e Giovanna di Savoia. Purtroppo il cattivo tempo fece temere grandemente un rinvio della manifestazione. La corsa ebbe poi luogo regolarmente; ma, durante la corsa a causa del terreno molle, si ebbero le cadute di sei Contrade.
Scrive il Griccioli: Un cielo plumbeo gravava sin dal mattino sulla città festante, tutta adorna dei suoi multicolori vessilli, agitati dal vento caldo ed umido che precede la pioggia.
Le vie andavano sempre più affollandosi ed automobili giungevano da ogni parte; specialmente da Roma. Circa le ore 13 cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia, accorando tutti, specialmente i contradaioli.
Furono momenti di grande trepidazione, ma la pioggia in breve s'arrestò, mentre si diffondeva la notizia che S.M. il Re, con le Principesse Mafalda e Giovanna, stava per giungere a Siena onde assistere al palio.
Verso le ore 16 e mezzo la pioggia cadeva di nuovo danneggiando grandemente la pista, e non cessò che verso le 17. Subito squadre di operai furono adibite ai lavori di riadattamento della Piazza, ove già cominciava ad affluire il pubblico.
Alle 17 gli Augusti Personaggi arrivarono con treno speciale alla stazione di Siena, accompagnate dal Generale Cittadini, primo aiutante di campo di Sua Maestà, e dal Ministro della Real Casa Senatore Mattioli Pasqualini. Usciti dalla stazione presero posto in tre automobili e percorrendo la via di circonvallazione Barriera San Lorenzo - Ovile - Pispini, entrarono da detta porta in città; quindi percorrendo Via dei Pispini, Oliviera, Ponte di Romana, Pagliaresi e Salicotto arrivarono al Comune (ingresso agli uffici). Quivi furono ricevuti dal Sindaco Comm. Prof. Vittorio Martini, dal Prefetto Comm. Rizzatti e Signora, dal Segretario Generale del Comune Cav. Stiatti, dal Segretario di Gabinetto del Prefetto Cav. Alpinolo Franci. Dopo poco che furono giunti al Civico Palazzo, il Sovrano e le Principesse si presentarono alla prima finestra della sala del Concistoro: il pubblico li riconobbe e li salutò con una acclamazione scrosciante, lunga ed entusiastica. Il Campo presentava uno spettacolo addirittura indimenticabile; il Re e le Loro Altezze ne restarono colpiti, ed il Sovrano inchinando la testa rispose più volte al saluto delirante.
Alle 18,30 lo scoppio del mortaretto annunziava il principio dello spettacolo, ed al suono festevole del Campanone dalla Via del casato cominciava lo sfilamento del corteo nell'ordine seguente:
Vessillifero del Comune (a cavallo); Trombetti e musici di palazzo; Rappresentanti le terre soggette all'antico Stato Senese; Comparse delle 10 Contrade partecipanti al palio; Vessillifero del Magistrato delle Contrade; Porta-insegna dei Terzieri: Città - S. Martino - Camollia; Comparse delle 7 Contrade non partecipanti al Palio; Cavalieri con le imprese delle Contrade soppresse: 1 Orso, 2 Vipera, 3 Spada-forte, 4 Leone, 5 Quercia, 6 Gallo; Carroccio adorno delle bandiere delle 17 Contrade, e del gonfalone del Comune, e recante un banditore, 4 trombetti ed il palio da consegnarsi in premio alla Contrada vincitrice.
Il palio era opera del pittore Guido Masignani. In alto è la Madonna di Provenzano su di un cielo azzurro ed in basso due putti sorreggono con dei nastri intrecciati a festoni di fiori gli stemmi della città. Nella parte inferiore si trova una veduta di Siena e quindi su una decorazione imitante un ricco drappo sono apposti gli stemmi delle 10 Contrade partecipanti al palio. Chiudeva il corteo un gruppo di Armigeri del Comune.
Terminato il corteo ebbe luogo la sbandierata collettiva dei 34 alfieri dinnanzi al palazzo municipale, che colpì grandemente il Re e le Principesse; quindi i fantini uscirono dalla Corte del Podestà per avviarsi alla mossa.
Fra i due canapi furono chiamati nell'ordine seguente: 1 Bruco, 2 Istrice, 3 Lupa, 4 Montone, 5 Civetta, 6 Nicchio, 7 Aquila, 8 Giraffa, 9 Drago, 10 Torre. La mossa riuscì molto laboriosa data l'irrequietezza del cavallo dell'Istrice.
Dato il segnale di partenza, cadde il fantino della Giraffa avendo battuto nel canape ed il cavallo non partì, come pure cadde il fantino della Civetta essendosi il cavallo quasi rovesciato all'indietro.
Primo partì il Drago, seguito dalla Torre, quindi gli altri molto in ritardo causa l'inciampo dato dalla caduta della Giraffa e della Civetta. Voltati a San Martino entra prima la Lupa, mentre secondo rimane il Drago e terza la Torre. Il Nicchio che era quarto cadde con il cavallo a San Martino, ed allora entrava quarta l'Aquila. La Lupa entrata prima si avvantaggiava di molto, mentre il Drago tiene continuamente indietro la Torre con il nerbo.
A San Martino al secondo giro l'Aquila da quarta entra seconda, e si sforza d'arrivare la Lupa; ma questa si avvantaggia ancora e sembra ormai, data la superiorità del cavallo, sicura della vittoria. Voltati al Casato il cavallo della Lupa cade, un poco perché troppo spinto e un poco a causa del terreno assi molle, e l'Aquila allora entra prima, mentre appena voltati cadono pure i cavalli del Drago e della Torre.
Sembra che la vittoria dell'Aquila sia sicura, ma, pochi passi avanti la vincita avviene un'altra sorpresa. All'ultimo giro, alla pianata, il Montone, che dopo la caduta del Drago e della Torre è entrato secondo, spinge il cavallo e si accosta all'Aquila, e pochi passi avanti la vincita (senza che il fantino di quest'ultima se lo aspetti e se ne accorga), rasentando lo steccato entra primo e vince il palio per la sola testa del cavallo.
Alla vincita arrivarono: 1o Montone, 2a Aquila, 3o cavallo scosso della Civetta, 4o Bruco, 5o Istrice. Gli altri cavalli dopo la caduta si erano fermati.
Appena finita la corsa S.M. il Re e le Principesse si ritirarono, e immediatamente - seguendo lo stesso itinerario - tornarono alla stazione, ripartendo subito per San Rossore.
Per tutta la serata nella Contrada vincitrice ebbero luogo le consuete caratteristiche dimostrazioni di gioia per la vittoria riportata. Capitano del Montone: Nob. Nello Ballati.