Per l'ultima volta, a Siena si poté assistere a un'edizione dell'antico gioco della "Pallonata", nata, come ci ricordano studi quale quello di Giuseppe Zazzeroni, nel XIV secolo, e che ha subito un'alternanza di abolizioni e ripristini a causa dei disordini che regolarmente provocava.
All'inizio del Novecento l'Amministrazione Comunale ne decise la riproposizione per ben due volte; nel 1904 e nel 1909. Il gioco era molto simile alle "Pugna" ma per la violenza degli scontri che lo caratterizzavano si può considerare il più diretto antenato del calcio fiorentino. I giocatori divisi in due fazioni, potevano usare mani e piedi per segnare i punti nella porta degli avversari costituita da due pali paralleli e verticali simili alla meta del rugby.
Dalle pagine di Girolamo Gigli apprendiamo che a partire dal XV secolo le due squadre, che probabilmente iniziarono ad essere costituite da cittadini nobili, presero il nome di Scolari e Sviati; nel XVIII secolo la Pallonata divenne il tradizionale spettacolo della nobile gioventù senese per festeggiare il Carnevale.
È difficile scoprire quando le fazioni presero il nome di Terzo di San Martino e Terzo di Città ma possiamo affermare con certezza che il Terzo di Camollia, essendo il più deficiente di famiglie nobili, distribuiva i suoi uomini negli altri due terzi. L'identificazione delle squadre comportò la realizzazione di costumi uguali ma di diverso colore: rosso per il Terzo di San Martino e bianco per il Terzo di Città. I giocatori indossavano "casacca e berretto di tela di colore corrispondente alla divisa", "coccarda e calzette" che erano conservati nelle sale del Comune e venivano consegnate ai capitani delle due squadre solo in occasione delle partite con la raccomandazione che venissero "disastrati il meno possibile". L'origine della scelta dei colori era probabilmente legata all'antica bandiera del Capitano del Popolo nella quale prima un castello, poi un leone argentato campeggiavano su fondo rosso.
Il Governo di Balìa aveva il potere di eleggere sei gentiluomini, tre per parte, in qualità di Deputati della Festa denominati "Mantenitori delle Pugna" incaricati di vigilare che il gioco non divenisse troppo violento e che non venisse trasgredito il regolamento. La palla veniva anticamente lanciata in Piazza del Campo da una finestra di Palazzo Pubblico, successivamente dalla Torre del Mangia; le due squadre erano posizionate in attesa l'una al Casato e l'altra a San Martino. La palla, in caso di uscita, doveva essere rimessa in partita dagli spettatori poiché ai giocatori era impedito uscire dal perimetro di gioco costituito dal mattonato della Piazza, pena l'espulsione. Solo il Capitano del Popolo poteva decidere, quando i giocatori erano stremati, la fine della partita con lo sparo di una piccola colubrina. Il premio era costituito da una somma di 10 talleri ma più spesso solo la gloria di aver sopraffatto l'altra squadra coronava i vincitori.
La più antica cronaca che conosciamo di una partita di pallone risale al 1555, anno dell'ultimo grande assedio. Cronista dell'evento è il Sozzini che narra lo svolgimento di un incontro in Piazza del Campo; Sozzini racconta che molti giovani combattenti senesi dettero vita ad un estenuante scontro che durò oltre due ore alla fine del quale furono riprese le postazioni difensive.
Dalla cronaca apprendiamo che prima della partita era tradizione che i giocatori facessero un "ballo tondo": la Chiaranzana, di origine carinzia che veniva eseguito con evoluzioni di giochi, spade e banderuole. Il ballo fu, peraltro, riproposto anche nel 1904, e come afferma lo Joni ,"doveva servire ad ingentilire l'animo dei giocatori affinchè non trascendessero in atti di ferocia".
La Pallonata veniva principalmente giocata in Piazza del Campo e più raramente in Piazza del Carmine ma alcune partite vennero disputate in altre zone della ctttà come piazza San Francesco, piazza Sant'Agostino e l'area adiacente alle mura della Fortezza Medicea nota a tutti i senesi come "il pallone" che ha preso questa denominazione dalla tradizione di adibire questo spazio a quel gioco. Le partite poi non avvenivano solo tra senesi ma si può parlare di veri e propri "derby" con fiorentini o empolesi: comunque erano molto seguite dal pubblico, tanto che prevedevano anche un certo numero di posti a sedere a pagamento.
Nel1904, in occasione dell'apertura della Mostra senese di arte antica, come si è accennato, l'Amministrazione Comunale incaricò il "Club Sport" di riorganizzare questo gioco. Il Sindaco Lisini promosse la rievocazione e fece curare la pubblicazione del regolamento, il pittore Icilio Federico Joni fece parte del Comitato Esecutivo con l'incarico di disegnatore dei costumi.
Lo spettacolo si svolse il 17 agosto 1904, preceduto da un maestoso corteo che entrò in Piazza del Campo al suono delle chiarine; il Terzo di San Martino fece il suo ingresso da via del Casato, il Terzo di Città da via San Martino. Dopo l'esecuzione del ballo di chiaranzana i cento giocatori dettero vita allo scontro che fu piuttosto lungo e movimentato. La vittoria dei Rossi venne sancita dal triplo rullio dei tamburi. Per l'occasione vennero scattate diverse foto durante la partita, ma per capire la vivacità del gioco, nessun'altra immagine eguaglia lo splendido dipinto di Roeland Van Laer, detto Orlando Fiammingo, risalente al 1642 e conservato a Siena presso la collezione Griccioli.
Il pittore vissuto tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo rappresenta una scena di grande realismo. L'azione si snoda su due piani: sull'anello esterno dove gli spettatori si mescolano a varia umanità, e nell'interno della Piazza dove si svolge una concitata pallonata. Al centro due squadre di giocatori, distinte dalla piuma di diverso colore al cappello giostrano con foga; un giocatore è a terra mentre un altro fugge stringendo al petto il pallone dei colori della balzana, altri lo inseguono. Da questa scena è difficile credere che la Pallonata fosse, come la definiva la Balìa "un gioco di cavalieri e non contrasto plebeo di livore e vendetta". Dal famosissimo libro dello Joni "Memorie di un pittore di quadri antichi" scopriamo che proprio a causa della pericolosità del gioco, nel 1904 molti furono contrari alla rievocazione, anche se poi, "il gioco avvinse così tanto il pubblico che al termine scoppiò una grande ovazione", il pubblico e la stampa furono unanimi nell'elogiare la riuscita dello spettacolo.
Nel 1909 la Pallonata venne riproposta sotto la direzione del "Club Sport" il 18 agosto, dopo un Palio a sorpresa. Le feste eccezionali di ferragosto vennero promosse dalla Società fra Industriali Commercianti ed Esercenti che fece domanda all'Amministrazione Comunale di poter organizzare in concorso di spese, questi spettacoli per "conservare con decoro le tradizionali feste di ferragosto e prolungare la permanenza in Siena dei forestieri con grande vantaggio dell'intera cittadinanza".
L'amministrazione comunale mantenne la direzione delle feste, le spese invece vennero assunte dalla detta Società, mentre il Monte dei Paschi concesse un sussidio di lire 1.500 come ulteriore contributo alla Società per la formazione di un fondo di lire 4.000 reputato necessario per tutti i divertimenti dell'anno. La città intera ricevette un notevole vantaggio economico dal prolungamento delle festività estive anche se si verificarono alcuni problemi; a seguito del Palio a sorpresa, infatti, si svilupparono dei tafferugli tra contradaioli e forze dell'ordine.
Forse la troppa adrenalina deve aver influito negativamente anche nello spirito della pallonata. Quella del 1909 è stata l'ultima riproposizione di questo antico.