Il 2 luglio 1902 il Palio fu disputato da Istrice, Pantera, Drago, Leocorno, Civetta, Bruco, Onda, (e per sorteggio) da Aquila, Lupa, Tartuca.
Da quest'anno la contrada dell'Unicorno mutò definitivamente il nome in «Leocorno».
I migliori cavalli, il 29 giugno, furono assegnati a Onda, Lupa e Leocorno. La prima prova vide la partenza, in testa dell'Aquila, dopo due giri superata dalla Lupa che restò vincitrice.
La Tartuca al primo giro infilò in S. Martino; al Casato caddero Drago, Onda e Tartuca che aveva ripreso la corsa. Il Fantino del Drago, ferito, al secondo giro rimontò sul cavallo in corsa e giunse quarto.
La prova del 30, mattina, fu vinta dall'Onda che superò, subito dopo il via, il Bruco.
La terza prova registrò una mossa falsa. E i fantini, condotti nel cortile del Podestà, furono ammoniti dal mossiere Fabbrini e dal Sindaco cav. Lisini. La nuova mossa fu bellissima, i cavalli partirono in gruppo, quindi si distaccarono Leocorno e Civetta, Onda, Aquila, Istrice, finché l'Onda diventò prima e tale restò fino alla fine.
La quarta prova segnò nuova affermazione dell'Onda dopo vivace contrasto con Bruco e Lupa. La Tartuca cadde al primo giro a S. Martino.
Nella prova generale, emozionante lotta fra Bruco, Aquila, Istrice, Leocorno, Civetta. Vinse Lupa dopo un duello con l'Onda caduta al Casato.
La provaccia fu vinta dall'Onda che rese vano ogni sforzo della Lupa.
Prima dell'inizio del corteo una musica fece il giro della piazza con disappunto degli spettatori per questa inaspettata anacronistica stonatura.
La sfilata ebbe la consueta composizione e le Comparse delle 10 Contrade partecipanti alla Corsa si presentarono con i fantini seguenti : Istrice - Domenico Fradiacono (detto Scansino), Pantera - Garzia Arcangelo (detto Gaggia), Drago - Giovanni Serio, Leocorno - Angiolo Meloni (detto Picino), Civetta - Alduino Emidi (detto Fracassa o Zaraballe), Bruco - Ernesto Felli, Onda - Francesco Menchinelli (detto Pallino), Aquila - Francesco Ceppatelli (detto Tabarre), Lupa - Ermanno Menichetti, Tartuca - Massimo Tamberi (detto Massimino).
Per la prima volta si dette un bandierino-ricordo al proprietario del cavallo vincitore.
Terminata la sfilata, fu dato il segnale della corsa.
Abbassato il canapo si ebbe una partenza in gruppo serrato con Onda e Bruco che iniziarono un violento scambio di nerbate: si inserì nel duello il Leocorno mentre a S. Martino svoltò prima l'Onda, staccandosi da Lupa, Aquila e Leocorno che la seguivano nell'ordine ora elencato. Il resto della Corsa fu senza storia e l'Onda vinse indisturbata.
Al primo giro si fermò la Tartuca che aveva un cavallo irrequieto e strano, al secondo la Pantera.
Si ebbero forti nerbature nelle posizioni arretrate fra Aquila e Leocorno e fra Civetta e Istrice.
La cronaca registrò una zuffa fra i contradaioli del Bruco e dell'Onda a Provenzano appena corso il Palio, all'uscita dalla Collegiata ove la Contrada vincitrice si era recata, come tradizionalmente, a render grazia alla Vergine cui è dedicato il Palio di luglio.
Nuovo scontro si ebbe, con alcuni contusi e feriti, presso la stazione ferroviaria, l'indomani fra brucaioli e ondaioli che facevano il «giro d'onore» col drappellone, il cavallo e il fantino.
La sera del 3 luglio, a seguito di tali incidenti, furono sospesi i festeggiamenti in via Giovanni Duprè.