Palio di Provenzano
di domenica, 2 luglio 1826

La mossa fu assai agra. Il Bruco saltò il canape ed il fantino cascò per cui vi fu un lungo trattenimento, non ostante la corsa fu molto ragionevole.

L'Aquila scappò prima e felicemente se ne andò in S.Martino. Entrò primo il Leocorno che cadde al Casato. La Chiocciola, che era dietro, cadde sopra e allora passò avanti il Nicchio che sopravanzò tutti gli altri più di sei cavalli staccati.

Ma avendolo il di lui fantino un poco sfiatato, diede luogo al Bruco, che era terzo, a raggiungerlo mentre dalla voltata di S.Martino passò l'Onda ed in un momento raggiunse il Nicchio, ed avendo fatto una bella voltata al Casato sorpassò il Nicchio e vinse il Palio.

Secondo arrivò il Nicchio e terza l'Onda. Indietro molto erano la Civetta e la Pantera, sempre si nerbarono.

Il fantino del Drago giovine piccolo e novizio alla seconda girata afferrò la Tartuca, e la gettò a terra, e cadde anch'esso.

Vi erano molte congiure per far vincere o il Nicchio, o la Chiocciola. Tutte riuscirono inutili, mentre il fantino del Bruco scansò tutti i congiurati con arte, sebbene vecchio.

Piaccina cadde al canape nonostante vinse il Palio. Cattiva mossa e carriera ragionevole, Aquila e Chiocciola, e Leocorno, scapparono primi, ed alla prima girata l'Aquila andò in S. Martino, e vi cadde per la scesa di S. Martino, il Drago tentò di tenere la Tartuca, ma in quel momento il Fantino del Drago cadde, ed allora la Pantera prese la Tartuca, e tirò giù da cavallo il fantino, così seguitarono ad essere primi Leocorno, e Chiocciola, ma quando furono al Casato alla prima girata caddero ambedue, ed allora entrò primo il Nicchio, e si mantenne sino all'ultima girata, che al Casato poi passò il Bruco.

Dato il segnale con la tromba, i fantini montati sui loro rispettivi cavalli si incamminavano alla mossa allorché quello del Bruco presa la corsa innanzi tempo andò ad urtare malamente nel canape passando dalla parte opposta e facendo saltare in aria il fantino; come meglio fu possibile si disposero i cavalli per la partenza.

La mossa fu sollecita; partiva prima l'Aquila, fantino Bracali detto il Vecchio, ed entrò nella via S. Martino.

Allora rimase innanzi per breve tratto la Tartuca, fantino Brandani Giuseppe detto Ghiozzo, sorpassata dalla Chiocciola fantino Buoni Giovanni, che ben presto venne superata dall'Unicorno, fantino Chiarini detto Caino, il quale cadeva al Casato.

Entrato primo il Nicchio fantino CicciolessoBrandani Luigi detto Cicciolesso#, vi rimaneva per un giro avendo perduto terreno al Casato nel voltare molto largo, dava modo al Bruco di passare innanzi e vincere. Il fantino vincitore fu Menghetti Luigi detto Piaccina.

"Vinse il Palio il Bruco correndovi Piaccina, uomo più che settuagenario, nel cavallo stornello di Matteo Brandani.

Dopo la mossa, scappò prima l'Aquila, che andò subito a S. Martino ed allora entrarono primi Leocorno, che aveva il miglior cavallo, e la Chiocciola, ma, essendo ambedue cadute alla voltata del Casato, passò prima il Nicchio, che tale si mantenne a gran distanza fino all'ultima girata, seguito dall'Onda; quando avanzatosi sempre più il Bruco, entrò questi primo alla voltata del Casato e vinse il Palio benché, nell'andare alla mossa, fosse caduto, avendo voluto il cavallo saltare il canapo.

Alla direzione i Sigg. Magg. Enrico Mocenni e Giov. Batta Pannilini, Priori, Deputati agli Spettacoli". (Arch. Comunale).

Nella caduta alla mossa, il Bruco ruppe il morso del cavallo, che fu legato con una piccola corda. Lo stesso morso è conservato nelle stanze della contrada.