La Tartuca correva di diritto e vinse dal quinto posto alla mossa con il fantino Giovanni Battista Pistoi detto Cappellaro, alla sua ultima vittoria dopo 20 anni di corse, e con un cavallo morello di Francesco Parigini. Priore e Capitano erano rispettivamente Giovanni Francesco Pollini e Bartolomeo Brogiotti, i quali pagarono il Pistoi con 70 lire a fronte dell'entrata di 360, pari a 60 tolleri.
Come Deputati della Festa erano stati scelti Gaetano Guglielmi Balleani, Angiolo Falconetti e Francesco Provenzano Ballati. I Giudici dell'Arrivo erano Alfonso Accarigi, Ercole Squarci e Cosimo d'Elci e quelli della Mossa Francesco Bandinelli e Carlo Bichi.
Anche in questo caso nei documenti d'archivio figurano i soliti "tolleri sessanta, Baccile con mazza e drappellone e Baccile da restituire", senza ulteriori particolari.
Al termine del verbale della corsa il Camarlengo della Tartuca Giovanni Domenico Bandini sottoscrisse di aver ricevuto i 60 tolleri alla presenza del Priore e del Capitano, nonché del Tavolaccino di Biccherna Gaetano Antonio Zondadari e di uno dei Provveditori, Giovanni Battista Lunghetti.
Come i precedenti, questo drappellone vinto non è stato conservato, ma presumibilmente conteneva le solite immagini della Madonna e delle armi. La Tartuca conserva un frammento di palio con il cartiglio che riporta questo anno.
Il Pecci riferisce che il giorno dopo, per celebrare la Festa della Visitazione di Maria (l'oratorio della Tartuca era dedicato contemporaneamente alla Visitazione di Maria e a Sant'Antonio da Padova), la Tartuca avrebbe anche messo in palio, come aveva fatto altre volte, una tazza d'argento per una "giostra".