AGOSTO 1730: FU VERO PALIO? (di Marco Falorni)
Il Palio, si sa, è un grande mistero che si è impossessato di noi "senesi delle lastre", dal quale non sappiamo, non possiamo e non vogliamo liberarci.
Il Palio di oggi, poi, non può che essere figlio di quello di ieri, che fa ormai parte del nostro "patrimonio genetico" di senesi, con la sua moltitudine di episodi, di certezze, di interrogativi.
Proprio per parlare, dunque, di un episodio un po' particolare e controverso, caliamoci nella realtà dell'anno 1730, la qual cosa viene buona per ricordare che Siena non è solo "Città del Palio" (quello D.O.C.G., unico e inimitabile), ma anche "Città delle Sacre Particole"; ha cioè il privilegio di custodire quello che è stato definito il "Tesoro Eucaristico". Com'è noto, tale Tesoro è costituito da 351 ostie consacrate, poi ridottesi a 223 in seguito a consumazioni e ricognizioni scientifiche, che dall'anno in questione, contraddicendo ogni legge della natura, si sono prodigiosamente conservate del tutto incorrotte fino ai giorni nostri, la qual cosa, prescindendo dalle personali convizioni religiose di ciascuno, ha fatto parlare di "Miracolo Eucaristico Permanente".
La Pisside d'argento contenente le ostie poi divenute miracolose fu, con furto sacrilego, asportata dalla, Basilica di S. Francesco la sera del 14 agosto 1730, vigilia dell'Assunta. Siena viveva allora in un clima di grande religiosità e si può quindi immaginare quanta mestizia e quale lutto abbiano gravato sulla città intera mentre fervevano attivamente le ricerche dei ladri e del prezioso Tesoro.
Le Sacre Particole furono poi ritrovate in una cassetta delle elemosine della Collegiata di Provenzano il 17 agosto 1730, riportando serenità e festa in città; ma nel frattempo, ed ecco quello che più ci interessa in questa occasione, era stato corso o meno il Palio di Agosto?
Sappiamo che la cadenza annuale del "Palio alla Tonda" di Agosto non era ancora stata istituzionalizzata, e che la corsa aveva luogo solo a richiesta della Contrada che aveva vinto il precedente 2 Luglio, la quale, nel 1730, era stata la Selva, col fantino Pettinaio. Ma nell'Agosto di quell'anno, con l'imperante clima di lutto, sarebbe stata possibile la festa del Palio? Può darsi di no, ma può darsi anche di sì, se si considera che, dopotutto, si trattava di una festa in onore della Regina di Siena. I registri ufficiali del Comune, tuttavia, tacciono sullo svolgimento del Palio, così come nessuna Contrada, neppure quella che fosse risultata ipoteticamente vittoriosa, si attribuisce la conquista del drappellone. Anche il manoscntto de "Le carriere nel Campo e le feste senesi dal 1650 al 1914", recentemente proposto alla pubblica attenzione da Antonio Zazzeroni, non fa cenno ad alcun Palio nell'Agosto 1730.
Un elemento di novità ci è portato da Girolamo Macchi, cronista del tempo e Segretario dello Spedale della Scala, il quale, nelle sue "Memorie" dei fatti avvenuti in Siena dal 1706 al 1734, documento conservato in originale presso l'Archivio di Stato ed in copia presso il Convento di S. Francesco, così testualmente si esprime: "Addì 15 Agosto 1730 in martedì fu corso il solito Palio con li barbari in n. 6 e il più corsiero di tutti fu quello del nostro Serenissimo Gran Duca di Fiorenza che vinse il Palio".
Diversi elementi ci fanno supporre che il Macchi, parlando del "solito" Palio, volesse intendere un Palio "alla Lunga", che nel 1730 si usava ancora effettuare il giorno dell'Assunta. In primo luogo il Macchi indica appunto la data del 15 Agosto, e non del 16; in secondo luogo dice che a vincere fu il cavallo del Granduca di Firenze, non menzionando le Contrade, ed è notorio che vari Principi solevano inviare i loro cavalli alla corsa del Palio "alla Lunga", mentre quello "alla Tonda" veniva corso prevalentemente con cavalli della Posta di Siena e dintorni; infine dice che vi parteciparono sei cavalli, mentre, proprio nello stesso 1730, il Granduca aveva respinto una petizione delle Contrade con la quale si chiedeva che venisse revocato l'ordine che il Palio (quello "alla Tonda", s'intende) dovesse essere corso in numero di dieci.
Un ulteriore particolare viene tuttavia a complicare la vicenda: la Contrada della Giraffa, infatti, pur non attribuendosi vittorie nell'anno in questione, conserva nella propria sede un drappo dipinto chiaramente indicante la scritta "1730". La pittura sembra rispettare la tradizionale iconografia dei drappellonl riservati al Palio "alla Tonda"; esso reca in alto l'immagine della Vergine col Bambino e, quello che è più interessante, in basso la rappresentazione di un albero, forse una quercia, che sembra proprio il simbolo della Selva, cioè la Contrada vittoriosa di Luglio, che nel 1730 non aveva ancora inserito il Rinoceronte nella propria insegna. Sembra cioè proprio il drappellone fatto dipingere dalla Selva e da consegnare in premio alla Contrada vlncitrice del Palio di Agosto.
Ma se il Palio non fu corso, perchè il drappellone si trova nella Contrada della Giraffa? A livello di pura ipotesi, non sostenuta da alcuna prova documentale, almeno a noi nota, si può pensare che, essendo state ritrovate le Sacre Particole nella Collegiata di Provenzano, cioè nel territorio della Giraffa, proprio a questa Contrada sia stato platonicamente consegnato il drappellone già dipinto.
Il mistero è affascinante e, che poi venga svelato o meno, resterà sempre una di quelle piccole cose che fanno grande il nostro amore per Siena.