La caduta di Peppinello nell'Oca, alla prova generale, fa saltare la monta del debuttante di Fontebranda che è costretta a ricorrere a Pennello.
E' un'altra mossa dall'allineamento perfetto e dalle squalifiche pesanti. Pennello si prende 2 Palii per aver ostacolato in modo evidente il Nicchio di rincorsa, Lenticchia cambia posto e va a bloccare il Montone: 3 Palii di squalifica.
Scatta in testa il Drago e nessuno lo sorpasserà più per tutta la corsa. Dietro Pantera, Aquila, Bruco, Lupa, Tartuca, Giraffa, Nicchio.
Al primo San Martino in testa il Drago poi Pantera, Nicchio, Bruco, Lupa, Montone, Aquila, Tartuca che cade.
Al primo Casato sicura è la corsa di Rondone seguito da Pantera, Nicchio (con Tristezza pronto a "rialzare" Arianna), la Lupa che impatta con il Bruco e permette l'ingresso al Montone, poi Aquila, Giraffa, Maseda e Oca.
Secondo giro a San Martino con la stessa successione delle posizioni in testa: Drago, Pantera, Nicchio, Montone, Lupa, Bruco, Giraffa. Anche al secondo Casato e al terzo San Martino il Palio non offre possibilità di clamorosi svolgimenti.
L'ultimo brivido lo riserva però il tratto Casato-Mossa dove Rondone deve respingere i disperati tentativi di Pantera e Nicchio per alzare poi definitivamente il alto il nerbo. Ed è ancora Drago.
Il fine corsa riserva un quadro fotografico che merita non solo il commento ma anche di essere apprezzato.
Succede che il Drago vittorioso non è circondato da nessuno, c'è solo il barbaresco che tiene per le briglie il cavallo. La Lupa cade per l'impatto con un figurante (forse del Drago), arriva l'Aquila, più in alto (nelle foto) si notano Giraffa a sinistra e Pantera, poi, al centro, il Montone che sarà preso dal proprio barbaresco. I primi abbracci a Rondone fino ad essere circondato dalla solerte gendarmeria italiana.
Ma il "quadretto di famiglia" è più interessante in alto nella foto; si vede Lazzaro che scende da solo, prende il cavallo in mano e ritorna verso la mossa. Accanto a lui il Cuccui nell'Aquila lo imita. Ed allora? Allora dove sono i "tupamaros", i "digossini" attuali? Sono scene che fanno riflettere molto ed insegnano molto a tutti.
Anche se oggi è più semplice e più facile aggredire per avere un pizzico di squallida notorietà, c'è da augurare a noi stessi ed al Palio che si ritorni ad ammirare ed assaporare queste scene, questi "quadretti di famiglia", della grande famiglia che è il Palio di Siena.
Appena 24 anni fa, fortunatamente, succedeva anche questo: un altro pianeta del Palio di Siena, meno nevrotico-isterico, meno esibizionista e più prettamente genuino.