Il boccone più ghiotto del mazzo dei cavalli di questa tratta è e rimane Gaudenzia, che esce a sorte alla Giraffa. E la storna va in Provenzano. Ma non sarà Vittorino a montare la sua Gaudenzia, bensì Marino Lupi detto Veleno. Vittorino corre nel Nicchio su Rosella; Uganda forte soggetto è nella Chiocciola, che monta Albano; nell'Onda va Ravi II con Donato Tamburelli detto Rondone. E questi fanno il Palio.
Il Guidarini dà la mossa, con l'Onda bassa e Chiocciola di rincorsa: i due soggetti se ne vanno a prendere la testa della corsa. L'agguato è al primo San Martino, dove i due si urtano, cadono e spianano la strada a Gaudenzia, alleggerita dal peso di Veleno, andato per le terre nell'impatto con i due.
Dalle retrovie sbuca velocissimo Vittorino, che al primo Casato sorpassa Gaudenzia e va in testa. La cavallina scossa gli va dietro come un cagnolino, e Vittorino le parla e continua a parlare.
Tutta la Piazza ormai dice "E' Nicchio". Vittorino si fa sentire dalla sua prediletta, chiedendole di stare dietro, e la generosa bestia obbedisce ai richiami del suo amico fedele...
Ma il terzo Casato è fatale a Vittorino: nella curva Rosella si allarga, mentre Gaudenzia gira di dentro senza sforzo. Vittorino è appaiato e le grida di stare agli ordini, ma la bestia non lo sente più. Che fare? Vittorino alza il nerbo e la offende, la nerba a sangue. Errore pagato caro, come nella vita il fantino ha sempre sostenuto. La bestia reagì e bruciò al colonnino la vittoria del suo amico. Sceso da cavallo, Vittorino ha pianto come una vite tagliata, nel giubilo dei giraffini esultanti.
Nel dopo Palio Vittorino andò nella stalla della Giraffa per chiedere perdono alla sua cavallina. Chi fu presente all'incontro dei due dice che fu davvero commovente. Abbracciato al collo di Gaudenzia, Vittorino pianse tutte le lacrime che gli erano rimaste.
Gaudenzia lo perdonò? Gli animali sono più generosi degli uomini. Lo sapremo tra venti giorni.