Al termine della Carriera del 2 luglio 1770 vi fu una lite clamorosa, che ebbe per protagonista ancora una volta la Contrada dell'Aquila.
I Giudici dell'Arrivo avevano riconosciuto a questa Contrada la vittoria, ma il Nicchio, giunto secondo, sostenne che il cavallo dell'avversaria, montato da Sorba Maggiore, aveva fatto solamente due girate, perché era rimasto nascosto per un giro dietro alle carrozze che per consuetudine sostavano nella spianata dinanzi al Palazzo Pubblico; poi si era portato nuovamente in pista ed aveva preceduto al bandierino il cavallo della Contrada dei Pispini.
Interpellato circa l'aggiudicazione del premio il Principe Saverio della Reale Casa di Sassonia, che insieme alla sua famiglia aveva assistito al Palio dalla ringhiera del Palazzo Chigi, rispose che aveva vinto "il giallo". Il Palio fu consegnato all'Aquila soltanto due giorni dopo, con proibizione di fare il giro in città e di condurre il fantino a fare mance.
Qualche tempo dopo il fantino dell'Aquila ammise di non aver fatto le tre girate e di essersi fermato fra le carrozze; disse inoltre che se si fosse accorto che il vincitore era il proprio fratello, che correva nel Nicchio, avrebbe dichiarato immediatamente come erano andate le cose.
Per la Ricorsa del successivo 16 agosto, indetta dall'Aquila per festeggiare la propria vittoria, la Comunità Civica ritenne opportuno prendere dei provvedimenti. Prima di tutto fu proibito alle carrozze di sostare nella spianata davanti al Palazzo Pubblico.
Inoltre, affinché non si ripetesse l'errore di scambiare la divisa di un fantino per quella di un altro furono emanate istruzioni riguardanti i colori delle spennacchiere dei cavalli, quelli delle divise dei fantini e la posizione dello stemma sui giubbetti.