Storia tratta dal libro "che si fa stasera... si dorme?!" di Bruno Tanganelli (TAMBUS)
Vu' avete San Savino e matti siete;
Vu' avete Santo Sano e vu' ammalate;
Vu' avete San Vittore e vu' perdete;
Vu' avete San Crescenzio e vu' calate;
O che razza di Santi vu' ci avete?!
Questo in segno di scherno dicevano anticamente i fiorentini rivolti ai senesi parafrasando i nomi dei loro Santi Protettori. La ruggine si sa fra Firenze e Siena non è mai stata levata neanche dalla "carta vetrata del tempo". Ma, a parte queste rime ironiche io voglio raccontare, sia pur brevemente, la storia dei nostri quattro Santi Protettori.
Dunque:
San Savino martire che era nato in provincia di Faenza nel III secolo e precisamente a Selva Liba, fu perseguitato da Massiminiano, funzionario Imperiale Venustiano, e gli furono mozzate le mani. Il martire alzando i monconi grondanti di sangue disse:
- In verità, o Venustiano, tu mi hai recato il più grande oltraggio e danno. Se mi amputavi le gambe, se mi strappavi gli occhi o i denti, io avrei potuto ancora celebrare messa e benedire il mio popolo; ma senza dita, senza mani, come potrò ancora toccare l'Ostia consacrata e dispensarla ai fedeli? Io non potrò più alzare le mie mani sui fanciulli, sui peccatori, sui malati per benedirli.
Era, San Savino, Vescovo della Toscana. Senz'altro il Santo Protettore di Siena più venerato dalle Contrade è Sant'Ansano che il 1° dicembre, festa della città di Siena chiude ed apre contemporaneamente l'anno Contradaiolo. Colui che diventerà il Santo battezzatore di Siena apparteneva alla nobile casata Anicia Romana. Già da giovanetto in Bagnorea gli apparve la Madonna che gli disse di recarsi a Siena per battezzare i senesi. Egli venne e la città fu convertita al Cristianesimo, ma il Proconsole Lisia, per ordine di Diocleziano e Massiminiano (284 - 305) lo fece arrestare e gettare in una caldaia di olio e di pece bollente, proprio in quel fosso che poi doveva prendere il suo nome, fosso di Sant'Ansano.
Bastò però un segno di croce per spengere il fuoco e raffreddare la caldaia. Lisia seguitò a perseguitare il Santo e lo fece rinchiudere nella prigione di Castelvecchio dove più tardi fu condannato alla decapitazione.
Una leggenda racconta che quando la sua testa fu staccata dal tronco abbia fatto tre salti scavando ad ogni salto una buca. Una piena d'olio, una piena d'acqua e una piena di vino. Era il 1° dicembre del 303 a Dofana vicino all'Arbia ed il suo corpo fu ritrovato da una pastorella che guardava le pecore al tempo in cui Gualfredo, Vescovo di Siena nel 1107, andò a recuperarlo con tutto il Clero per portarlo in Cattedrale. La gente accorsa per le strade gridava: "il Santo viene" e la porta in cui il corpo del Santo martire passò ancor oggi i senesi la chiamano porta Sanviene.
"Hai vinto, Vittore, Hai vinto!". Queste parole nel 290 risuonarono come tuono nel cielo quando a San Vittore fu tagliata la testa. Questo Santo che militava nelle truppe di Massiminiano era stato un grande guerriero, ma per la sua fede verso il Cristianesimo fu condannato ad essere stritolato dalla macina di un mulino, non si sa per quale motivo la macina si ruppe e li fu recisa la testa come sopra accennato. L'ultimo di questa nostra breve storia sui patroni di Siena è San Crescenzio, che figlio di San Eutimio subì dopo poco tempo la sorte del padre, martire, fatto uccidere dal Preconsole Turpilio.
San Crescenzio recandosi un giorno a Perugia con sua madre fu fatto arrestare ed insieme ad essa fustigato a sangue. La leggenda ci riporta che egli fu ucciso nei pressi della porta Salaria a Siena, tramite decapitazione.
Esaminato per dirlo in tempi moderni, un breve curriculum di questi nostri quattro Santi Protettori non c'è da stare molto allegri, certo c'è da constatare che gli antichi romani erano degni compari di Hitler, di Stalin e compagni.