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SANT'ANSANO

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Sant'Ansano

Di Sant'Ansano si sà poco. Apparteneva a quella schiera di cristiani che, fra il III e il IV secolo cercavano di diffondere l'evangelizzazione nel mondo pagano.

La tradizione vuole che fosse romano e che provenisse da una ricca famiglia che accolse con ostilità la sua conversione alla nuova religione.

Era nato - dice la sua storia - nel 284 e quindi la sua professione della fede di Cristo deve essere avvenuta in età giovanissima sul finire del secolo. Brutto momento per i Cristiani: l'impero romano - in profonda crisi politica, economica e militare - non vedeva certo di buon occhio questi bizzarri personaggi che parlavano di pace universale, che adoravano un uomo morto crocifisso (si ricordi che in età classica la morte sulla croce era considerata un segno di infamia, e tale pena veniva riservata ai delinquenti comuni) e che rifiutavano di considerare l'imperatore stesso una divinità.

L'opera di apostolato portò Ansano a Sena Julia, piccola città della Tuscia, che lo accolse nel peggiore dei modi. Osteggiato, fu costretto ad una vera e propria prova pubblica per dimostrare la veridicità del suo insegnamento (in una località che corrisponde oggi alla valletta inserita dentro le mura trecentesche, e che è conosciuta ancora come Fosso di Sant'Ansano) dove il giovane dovette sostenere la prova del fuoco (olio e pece bollente, dice la leggenda) dalla quale uscì illeso.

Non bastò questo, tuttavia, per convincere i Senesi, i quali lo imprigionarono in una torre che la tradizione ha identificato sul colle di San Quirico, dalla quale Ansano appena ventenne, il 1° dicembre del 304, uscì solo per affrontare il martirio a Dofana, dove poi sorse la cappella che porta il suo nome.

Successivamente, Siena, ormai stabilmente cristiana, elesse il suo primo martire della nuova fede a santo protettore della sua diocesi. E' stato in epoche relativamente recenti. tuttavia, che il 1° dicembre (giorno della festa di Sant'Ansano) è stato scelto come appuntamento contradaiolo, solennizzato dalla processione che si snoda per le vie dell città fino alla cattedrale, ed alla quale le diciassette consorelle partecipano con la loro comparsa.

È questa la scadenza che sottolinea il passaggio fra l'annata contradaiola appena conclusa e quella che si sta per aprire.


Tratto da SienaNews di Maura Martellucci e Roberto Cresti.

Il 1° dicembre Siena celebra Sant’Ansano martire, Santo Patrono della città e della Chiesa di Siena. La solennità di Sant’Ansano rappresenta l’inizio dell’anno contradaiolo.

Il 1° dicembre 304 (o 303 secondo alcune fonti) a Dofana, nella diocesi di Arezzo, viene decapitato Ansano. Secondo la leggenda, Ansano della famiglia romana degli Anicii (o Anicia) sarebbe nato nel 284. Arrivato a Siena (né sul quando né sul come di questo arrivo si sa di più) avrebbe evangelizzato la città ma, per questa sua attività di proselitismo religioso, sarebbe stato imprigionato e sottoposto al supplizio della pece bollente in quella località, sotto l’antico originale insediamento senese, che da lui ha preso il nome di Fosso di Sant’Ansano. Dal supplizio della pece bollente esce miracolosamente indenne, per essere ucciso a Dofana, nel luogo dove oggi sorge una cappella a ricordo del martirio.

Siamo nel 1108 quando, il 6 febbraio, l’allora vescovo di Siena Gualfredo spinge un gruppo di senesi a trafugare le spoglie del patrono Ansano, dal luogo del martirio. Dunque a Siena rivogliono il corpo del loro Santo e, si narra, che dopo uno scontro armato con gli aretini, i senesi riescono ad impossessarsi del cadavere di Ansano e a riportarlo in città per dargli degna sepoltura in duomo. A Siena, intanto, il popolo in attesa si raduna nella zona dei futuri Pispini e, intravisto il corteo con il corpo del Santo, inizia ad urlare “il Santo viene, il Santo viene”: la leggenda vuole che porta San Viene prenda da questo il suo nome (in realtà il toponimo “San Viene” deriva solo dalla volgarizzazione operata dal popolo sull’intitolazione latina della vicina chiesa di Sant’Eugenia). Tuttavia, la traslazione delle spoglie di Ansano è, forse, meno avventurosa: pare, infatti, che il vescovo Gualfredo si sia addirittura accordato con il presule aretino, Gualtiero, per spartirsi le spoglie del Santo, con il corpo trasportato a Siena e la testa rimasta ad Arezzo. In realtà, all’inizio del XII secolo, Siena sta vivendo un momento storico particolare e serve, alla nostra città, una figura che crei uno spirito unitario e un’identità nella popolazione, e colui che aveva diffuso il cristianesimo in città rispondeva a pieno a tale necessità.

Si diceva che le storie che raccontano come il cadavere santo sia arrivato a Siena sono molteplici. Una delle varie “passioni” che narrano la vicenda di Ansano, ad esempio, presenta addirittura i senesi come salvatori: si racconta di come alcuni malintenzionati avessero tentato di portare via il cadavere dal sepolcro e di come l’intervento dei senesi li avesse messi in fuga e fatti desistere dall’intento. Scampato il pericolo, poi, gli stessi senesi aperta la tomba si erano accorti che il corpo era ancora integro (segno inconfondibile di santità) così decidono di trasportarlo in processione a Siena per farlo riposare nella Cattedrale.

Il corpo di Sant’Ansano viene così esposto alla venerazione dei fedeli per ben tre anni, sempre guardato a vista (a volte qualcuno avesse riprovato a rubarlo!) con vari turni giornalieri di guardia. Nel frattempo si costruisce, per deporvi con tutti gli onori il Santo, un prezioso altare di marmo che rimase gravemente danneggiato dall’incendio scoppiato in duomo nel 1359. Da allora della preziosa reliquia restano solo le due braccia e un dito. Sant’Ansano è il primo patrono di Siena.

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