Storia tratta dal libro "che si fa stasera... si dorme?!" di Bruno Tanganelli (TAMBUS)
Il 29 aprile del 1380, Santa Caterina ormai stremata, cessava di vivere... Pochi mesi dopo nasceva a Massa Marittima (8 settembre 1380) da Toldo di Dino Albizzecchi, Capitano della Città e da Monna Nera di Bindo degli Avveduti, colui che sarebbe diventato San Bernardino da Siena.
Rimasto orfano all'età di sei anni, Bernardino venne inviato dagli zii a Siena, dove studiò filosofia, giurisprudenza, latino e le Sacre Scritture.
Visse la sua giovinezza spensieratamente, frequentando la vita mondana dei suoi tempi. Giovane brillante e di facile parola, dotato di una forte personalità, prima di essere "illuminato" dalla Fede osservava con acuto interesse la moda femminile del quattrocento, che a suo parere rasentava sconciamente l'eccesso.
"La donna farà lo scorticatoio: pelerassi la testa e le ciglia; starà alla ferza del sole lione per imbiondirsi e porterà i trampoli per parere grande ed alta."
Osservava che anche le vedove avevano un loro modo di vestire per seguire la moda.
"lo veggo oggi la vedova andare col mantello longo, increspato, colla fronte pulita e 'l viso pento a dietro per mostrare la guancia."
Intanto maturava in Bernardino la grande vocazione.
Un giorno, ancora studente, confidandosi con la cugina Tobia, le disse di essersi innamorato di una stupenda creatura.
- Chi è questa donna? Come l'hai conosciuta? - Chiese la cugina a Bernardino.
- È "Bella", è dolce, è... amore e ogni giorno vado a trovarla. - Non sarà mica una donna di facili costumi e trovata in una taverna - rintuzza la cugina - Chi è, lo voglio sapere.
Bernardino sorridendo rispose: - Un giorno la conoscerai.
La cugina Tobia, donna timorata di Dio e un po' "beghina" non restò convinta e temendo che il cugino potesse frequentare donne di non sani costumi, una sera all'imbrunire lo seguì senza farsi scorgere... e rimase sconcertata e sorpresa quando Bernardino giunto all'Antiporto di Camollia, si gettò in ginocchio, pregando e dicendo dolci frasi d'amore alla "Madonna in gloria" ivi dipinta da Simone Martini.
Stava maturando in lui la Fede e a 26 anni, donò tutti i suoi averi ai poveri e prese l'abito dei Frati Minori nella chiesa di San Francesco.
Scoppiata la peste del '400, mentre i ricchi scappavano dalla città per rifugiarsi in campagna, Bernardino, con altri compagni si presentò al Rettore dello Spedale di Santa Maria della Scala per assistere gli appestati. Passato il flagello della peste, la gente reagì dandosi alla spensieratezza più sfrenata. Bernardino si ritirò in solitudine nella chiesa dei Tufi, ma il suo posto non era là... lui doveva vivere in mezzo alla gente e portare per le piazze la sua parola.
Dal 1405 al 1417 predicò in Toscana, spingendosi poi fino all'Altitalia. Cercò di attutire i rancori fra le famiglie Guelfe e Ghibelline, fu allievo di grandi umanisti, frequentò uomini insigni. La sua parola era tagliente alla "larga" come dicevano ai suoi tempi, cioè schietta... per capirsi, senza peli sulla lingua.
Non insisteva contro il male, ma predicava di fare del bene. E.dal suo pulpito di Piazza del Campo (1427) lanciò parole feroci e di accusa in particolare ai maldicenti che definiva così: "ucertoli, scarafaggi, vespe che non sanno fare il miele e mangiano quello degli altri". Si scagliò contro i genitori che viziavano i figli... alle donne spesso criticandole, ma sempre con delicatezza, gridando al vento nomi, cognomi, personaggi, intriganti.
Si scagliò contro il gioco d'azzardo, che a suo parere rovinava la povera gente, che sperperava il poco denaro guadagnato con tanta fatica. La sua parola fu di monito ai potenti e di grande conforto per i deboli. Attaccò spesso con parole di fuoco i governanti del suo tempo additandoli il modo migliore di governare.
Di quel tempo appunto, le leggi comunali dette "Le riformazioni di Frate Bernardino". Non aveva mai percorso il suo cammino verso l'Italia Meridionale e quando si decise giunse di nascosto e così stremato nella salute all'Aquila dove morì il 20 maggio del 1444 nel convento di San Francesco. Bernardino Santo, Bernardino uomo, giganteggia per le sue predicazioni aspre e sincere tra gli uomini del suo tempo.
Papa Niccolò V lo canonizzò il 24 maggio dell'Anno Santo 1450. Mentre le sue spoglie sono conservate all'Aquila, a Siena la città che amò e dove visse più a lungo, resta il cuore che si trova nell'oratorio di Piazza San Francesco e la celebre tavoletta con il suo origramma è nel convento della Capriola.
Una frase che mi ha colpito fra tutte quelle che mi sono letto di San Bernardino da Siena, attualissima anche ai giorni nostri, è questa:
"Meglio si può vivere senza pane che senza giustizia".
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