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MATTIAS DE' MEDICI (1613 - 1667)

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Tratto da: "Le Contrade di Siena e le loro feste" di Virgilio Grassi

Mattias de' Medici

Il principe Mattias (n. Firenze, 9 maggio 1613 - m. Siena, 11 ottobre 1667) fu il terzogenito fra i maschi di Cosimo II e di Maddalena d'Austria e da bambino fu destinato al sacerdozio. Ma non mostrandoci disposizione, a 16 anni «svestì lo abito lungo e si mise in panni corti e spada accanto da cavaliero, havendo pensiero di non essere piu prete».

Allora fu destinato, per quanto assai giovane, alla carica di Governatore di Siena, che era rimasta vacante per la morte della principessa Caterina Medici Gonzaga, Duchessa di Mantova, la prima persona della Casa Medicea insignita di questo ufficio, sempre in seguito occupato da un appartenente alla famiglia granducale.

Mattias prese possesso del Governatorato della Città e Stato Senese il 26 Agosto 1629; e stabilita la sua dimora nel palazzo di piazza del Duomo, pur avendo a guida alcuni gentiluomini della Corte assegnatigli dalla madre e dalla nonna, si circondò di una brillante raccolta di patrizi e gentildonne senesi, che fu quasi un riflesso, sia pure più modesto, della Corte Fiorentina, passando da un festino all'altro, dall'uno all'altro svago e divertimento, alternando le pratiche religiose con i mondani piaceri, e lasciando che degli affari del governo si occupassero i funzionari.

Di bell'aspetto, spiritoso, proclive alla vita spensierata ed allegra, seppe anche però distinguersi per valore militare, quando nel 1632 dové, per ordine del Granduca, recarsi in Germania a partecipare, insieme al fratello Francesco, alla guerra dei trent'anni, che era allora al suo terzo periodo (1629-1635). Rimase in Germania fino al 1641; dette prove di valore in diverse battaglie e fu presente a quella famosa di Lutzen (16 ottobre 1632), ove si incontrò col celebre condottiero senese Ottavio Piccolomini.

Durante la sua assenza fu sostituito dal fratello Cardinale Leopoldo: ma, tornato in Siena nel detto anno 1641, riprese il suo ufficio e la vita brillante a lui consueta. Probabilmente, per aver fatta la guerra, accrebbe le simpatie e il credito nella cittadinanza; e ben si comprende come egli facesse compiere una corsa di cavalli (essendone appassionatissimo) dalle Contrade per il natalizio del fratello, nel 1641; e che ne gradisse un'altra per il suo genetliaco due anni dopo.

Nello stesso anno 1643 dové di nuovo assentarsi per ragioni militari, tornando l'anno successivo e tenendo poi abituale dimora in Siena, per quanto dovesse disimpegnare incarichi di varia natura, che lo fecero rimanere lontano a intervalli dalla nostra città. Malgrado queste forzate assenze si occupò più che in addietro del suo ufficio, mostrando, dice lo storico Galluzzi, prudenza e amore nel maneggio degli affari.

A titolo di curiosità ne piace ricordare un'ordinanza, che potrebbe dirsi di polizia dei costumi, promulgata in suo nome e riguardante la proibizione alle meretrici di abitare nella via di Salicotto. Ai due capi di questa strada esistono ancora due lapidi riproducenti l'ordinanza, sormontate dallo stemma mediceo, con questa dicitura: IL SER.mo PRINCIPE MATTIAS HA PROIBITO CHE NELLA STRADA MAESTRA DI SALICOTTO NON POSSINO HABITARE MERETRICI - AGOSTO MDCXXXXI - PENA DI CATTURA E DI ARBITRIO - DATO IL XXX DI NOVEMBRE MDCXXXXI.

Altri ricordi pubblici del suo Governatorato non credo che esistano in Siena. Il principe Mattias amò ogni genere di divertimenti e svaghi in uso al suo tempo. Viaggi, caccie, festini, danze, accademie, teatri, furono i suoi preferiti passatempi; la «palla» e il «maglio» lo ebbero valente giocatore. Ma soprattutto si dilettò delle feste campestri e cittadine, delle cavalcate, e fu appassionatissimo delle corse dei cavalli.

Teneva una «scuderia di barberi», che mandava a correre qua e la alle corse più rinomate; alla nostra di mezz'Agosto non mancava mai il suo «barbero»: nel 1662 una sua cavalla vinse il palio, in contrasto col cavallo del Duca di Mantova; ed egli mandò un corriere apposta per farlo sapere al fratello, come se si trattasse di un'affare di stato. Con questi gusti, ben si capisce quanto favorisse i festosi spettacoli delle Contrade; e delle corse delle bufale, e più dei cavalli, fu promotore e caldo fautore.

Inoltratosi nell'età e tormentato dalla gotta, divenne malinconico e triste, abbandonando feste e divertimenti; e poiché erasi mantenuto scapolo impenitente, pensò riprendere lo stato ecclesiastico. Ma infermatosi nel 1666 moriva di 54 anni in Siena il dì 11 Ottobre 1667. Il suo cadavere, imbalsamato, fu sepolto in Firenze nelle tombe medicee di S. Lorenzo; i visceri però furono deposti nella chiesa di Provenzano, così avendo egli disposto per dimostrare la sua devozione a quella miracolosa Immagine.

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