Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.
Pittore e architetto.
N. Siena, 1291 circa - m. Siena, 1356
Se non può stare alla pari con la grandezza del cognato Simone Martini, non per questo il Memmi può essere definito un «minore»; è infatti artista di alto livello, di temperamento delicato e sensibile, tra i migliori senesi del sec. XIV, e comunque il più valido dei seguaci di Simone.
Particolarmente numerosi furono i suoi dipinti raffiguranti la «Madonna col Bambino» a mezza figura; in questi ritratti, la sua arte intima e aristocratica trovò la sua più felice espressione, sostenuta da una straordinaria finitezza di esecuzione, da preziosi accordi di colore, e da un cristallino nitore della linea, di derivazione martiniana, ma ricco di caratteristiche grafiche proprie e inconfondibili.
Nel suo primo periodo di attività, il Memmi lavorò molto a S. Gimignano e la sua prima realizzazione sicura è il grande affresco della « Maestà» nel Salone del Palazzo Pubblico della stessa città (1317); l'opera è chiaramente ispirata alla «Maestà» di Simone nel Palazzo Pubblico di Siena, anche se è caratterizzata da una minore intensità di espressione, da un colore meno limpido e una linea meno raffinata.
Nel 1319-20 Lippo era a Siena, dove dipinse la bella «Madonna del Popolo» nella Chiesa dei Servi; nel 1324 sua sorella Giovanna andò sposa a Simone Martini, al quale Lippo si accostò sempre di più; nel 1333 l'artista aiutava il cognato a realizzare la bellissima tavola della «Annunciazione» attualmente agli Uffizi.
Il Memmi eseguì poi ancora varie opere in Siena e nel circondario, conservate nelle Chiese della città e nella Pinacoteca Nazionale, e terminò di dipingere l'«Incoronazione di Maria» sulla Porta di Camellia, iniziata da Simone ed oggi perduta. In particolare, ricordiamo la bella tavola della «Madonna col Bambino», proveniente da Montepulciano e attualmente nella Pinacoteca di Siena, in cui e originalissimo il motivo del Redentore che sporge un braccio fuori dal trilobo sovrastante l'arco sestiacuto che incornicia l'immagine.
L'artista fu attivo anche a Orvieto, dove realizzò nel Duomo la bellissima tavola della «Madonna dei Raccomandati», a Firenze, e soprattutto a Pisa e nel Pisano, dove influi notevolmente sulla pittura locale; inoltre, varie opere sono conservate nei musei esteri (Musei Statali di Berlino, Museo di Altenburg, National Gallery di Washington). La sua unica opera sicura di architetto e la collaborazione alla edificazione della Torre del Mangia a Siena. La parte terminale della Torre, con la stupenda cella campanaria, viene generalmente fatta risalire ad un progetto di Lippo del 1341; Topera venne poi realizzata, in Candida pietra, da Agostino di Giovanni.
In seguito Lippo seguì Simone ad Avignone, dove fu operoso fino al 1347. Dopo questa data tornò di nuovo a Siena, e, intorno alla metà del secolo, realizzò l'affresco della «Maestà», molto deteriorato, nel chiostro della Basilica di S. Domenico.