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FRANCESCO DI VALDAMBRINO (m. Siena 1435)

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Tratto dal sito www.scultura-italiana.com

Aiuto di Jacopo della Quercia (Rea Silvia, per la Fonte Gaia a Siena), nel 1401 partecipò al concorso per la seconda porta del Battistero di Firenze vinta poi dal Ghiberti.

Sulla base delle poche opere certe (Madonna col Bambino, 1403, Palaia, Sant'Andrea: San Nicola da Tolentino, 1407, Lucca, Santa Maria Corteorlandini; Tre santi, 1409, Siena, Mus. Dell'Opera del Duomo) gli sono attribuite varie sculture lignee (Sant'Ansano, 1406, Lucca, San Paolino; San Crescenzio, 1409 Siena, Museo dell'opera del Duomo: San Pietro, 1425, Montalcino, Mus.; Annunciazione, Asciano, Mus. D'Arte Sacra), in cui il delicato ritmo gotico e la tenera espressività si combinano con una saldezza di impianto già rinascimentale.


Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.

Scultore.

N. Siena, 1375-80 circa - m. 1435 circa

Francesco, di cui abbiamo notizie a partire dal 1401, dovette probabilmente il suo nome al fatto di appartenere a famiglia originaria della Val d'Ambra.

Fu amico e collaboratore di Jacopo della Quercia, dal quale fu certamente influenzato, pur senza averne sopraffatta la propria personalità artistica; Francesco seppe anzi sviluppare la migliore tradizione gotica tardopisana con gusto originale e moderno.

Egli fu artista eccellente sia nella scultura in marmo che in legno; soprattutto in quest'ultima dovette godere di grandissima considerazione e ascendente presso i contemporanei, forse superiore a quella dello stesso Jacopo della Quercia.

Nel 1409 Francesco eseguì uno dei suoi capolavori: le statue lignee dei quattro Santi protettori di Siena. Mentre il «S. Ansano» è andato perduto, le statue del «S. Savino», del «S. Crescenzio» e del «S. Vittore», ridotte a busti, sono oggi conservate nel Museo dell'Opera del Duomo a Siena, e sono caratterizzate da una eccezionale raffinatezza formale. Per analogia stilistica, molte altre opere sono state attribuite a Francesco. Del 1414 circa è un «S. Ansano» nella Chiesa di S. Paolino a Lucca.

Tra il 1416 e il 1418 egli collaborò con Jacopo della Quercia alla realizzazione della Fonte Gaia in Piazza del Campo a Siena. Del 1425 è un «S. Pietro in Cattedra», nel Museo d'Arte Sacra di Montalcino. Opere tarde, in quanto testimoniano un'arte ormai pienamente matura, dovettero essere l'«Angelo annunciante» e la «Vergine annunciata», oggi conservate nel Museo d'Arte Sacra di Asciano. Ricordiamo ancora un «S. Stefano» nel Museo della Collegiata di Empoli.

In tarda età, Francesco, abbandonando l'arte, svolse anche diversi incarichi per conto della Repubblica di Siena.

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