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Dietisalvi di Speme

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Tratto da "www.treccani.it"

Dizionario Biografico degli Italiani di Daniela Bruschettini

L'attività artistica di questo pittore, documentato a Siena dal 1250 al 1291, è nota solo da quattro tavolette che servivano come copertura dei registri nei quali venivano annotate le entrate e le uscite del Comune di Siena e che, dalla denominazione dell'ufficio, presero il nome di "Biccherne".

L'uso di dipingere le tavolette lignee di legatura a tali codici, che inizialmente erano quattro per ogni anno (due recanti sulla copertina gli stemmi dei quattro provveditori e due il ritratto del camarlingo: erano insieme a capo dell'ufficio della Biccherna) e che poi, agli inizi del sec. XIV, si ridussero a due (con la rappresentazione sia del ritratto del camarlingo, sia degli stemmi dei provveditori), è esclusivamente senese e inizia nel 1258.

Come risulta dai pagamenti annotati in questi stessi registri, Dietisalvi ebbe una serie ininterrotta di commissioni dal 1259 al 1272 e, successivamente, in maniera saltuaria, fino al 1288, per un totale di ventinove Biccherne: rimangono solo quelle, relative agli anni 1264, 1267, 1270, 1282.

La prima, relativa al periodo luglio-dicembre 1264, si trova nell'Archivio di Stato di Siena e rappresenta, come ricorda l'iscrizione a fianco, il camarlingo Ildebrandino Pagliaresi, entro un'architettura che allude evidentemente all'ufficio della Biccherna; è in piedi, dietro un tavolo sul quale sono collocati un libro aperto, una borsa contenente del denaro e dei soldi sparsi; accanto è lo stemma della famiglia Pagliaresi.

Nell'Archivio di Stato di Siena si trovano anche la Biccherna del 1267, che reca solo gli stemmi dei quattro provveditori, e quella relativa al semestre gennaio-giugno 1270, raffigurante il camarlingo Ranieri Pagliaresi di profilo.

A Budapest (Szépmüvészeti Muzéum) si trova dal 1872, donata da A. Ipolyi e proveniente dalla vendita della collezione Ramboux, la tavoletta relativa al 1282, raffigurante il camarlingo don Ghiffolino Nazi, abate di S. Donato, ritratto a mezzo busto, mentre mette denaro in una borsa.

Deve essere, invece, tolta dall'elenco delle opere di Dietisalvi la Biccherna del 1278, con il camarlingo don Bartolomeo de Alexis, monaco di S. Galgano, a lui tradizionalmente riferita, già appartenente alla collezione Ramboux e dispersa nella vendita del 1867, in quanto, come ha dimostrato A.M. Giusti (Una biccherna..., in Commentari, XXV [1974], p. 275), che ne ha anche individuato l'attuale ubicazione (Berlino, Staatliche Museen), si tratta di un'opera del pittore Rinaldo.

Dall'esame delle tavolette superstiti emerge in maniera chiara che Dietisalvi era estraneo alla corrente stilistica bizantineggiante, allora imperante a Siena, e si collegava, invece, a una tradizione precedente di impronta romanica.

Abitante, secondo il Romagnoli, che ricorda il pittore anche come decoratore di cassoni e gonfaloni (c. 1835, I, pp. 162, 167), in contrada S. Egidio de' Malavolti e, secondo il Lisini (1898, pp. 39-41), in quella di S.Donato. A Siena, ed erroneamente citato in alcune fonti come appartenente alla famiglia Petroni, Dietisalvi è documentato non dal 1256, come viene generalmente riferito, ma dal 1250: è in una Biccherna di quell'anno, oggi perduta, che veniva citato "Dietisalvi Pictori Pro acconciatura et signatura Porte di Camporegis", come leggiamo in una trascrizione del documento, fatta intorno alla metà del sec. XVIII da Giovan Girolamo Carli (Siena, Bibl. Comun., ms. C.VII.20 c. 131)

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