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BIAGIO DI MONTLUC (1501-1577)

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Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.

Biagio di Montluc

Militare e storico.

(N. Condom, 1501 - m. Agen, 1577).

Non c'è da meravigliarsi che questo francese (che per l'esattezza si chiamava Blaise de Lesseran-Massencome, Signore di Montluc) figuri tra i grandi senesi; molti, nel corso della storia, furono gli stranieri che dimostrarono il loro amore e il loro attaccamento a Siena, ma il Montluc fece di più. Tale e tanto fu il suo eroismo, la sua tenacia, l'assoluta determinazione a resistere che sapeva infondere agli altri durante l'assedio di Siena, che questo gentiluomo francese non merita di essere escluso da questa rassegna; la sua «senesità» non fu certo inferiore a quella messa in mostra dai più valorosi cittadini di Siena.

Il Montluc fu scelto personalmente dal Re di Francia Enrico II per accorrere in aiuto della Repubblica di Siena nella guerra del 1552-59, e non tardò molto a diventare l'anima della resistenza senese al lungo assedio posto alla città dagli imperiali condotti dal Marchese di Marignano.

Collerico quanto magnanimo, irascibile quanto pronto a dimenticare, coraggioso come un leone, ma non privo di moderazione e prudenza, amante delle belle donne e del buon vino, ma dotato, al tempo stesso, di un profondo senso di responsabilità, il Montluc si guadagnò assai presto il cuore del popolo che era stato mandato a difendere; e a sua volta, ebbe grande ammirazione per il coraggio dimostrato dai senesi, soprattutto dalle donne, che combattevano in prima fila a fianco degli uomini.

Anche dopo la fatale sconfitta di Marciano della Chiana (1554), dovuta principalmente alla dabbenaggine di Piero Strozzi, il Montluc convinse, con una eloquente arringa, la Signoria di Siena a continuare la resistenza; i maggiorenti senesi, quand'egli ebbe finito di parlare, dichiararono che avrebbero mangiato i loro figli, piuttosto che arrendersi a Cosimo dei Medici.

La resistenza alle soverchianti forze nemiche si protrasse oltre ogni umana possibilità, mentre la città vedeva drasticamente ridursi la sua popolazione; si dovette infine addivenire alla onorevole resa del 17 aprile 1555, che permetteva, a chi lo avesse voluto, di lasciare la città con l'onore delle armi.

Il seguente 21 aprile il Montluc si incontrò col Marignano, e i due grandi si scambiarono cortesie e si intrattennero a parlare piacevolmente intorno all'assedio. In seguito, molti cittadini, e tra questi naturalmente anche il Montluc, presero la via dell'esilio da Siena, per continuare la resistenza.

Nel 1556 il Montluc riorganizzò le difese del territorio senese ancora libero, e soprattutto di Montalcino, dove si era ritirato in esilio il Governo della Repubblica. L'anno successivo, egli riuscì anche a riportare una serie di successi militari di un certo rilievo, che non potevano però cambiare l'esito finale della guerra, che veniva combattuta su uno scacchiere europeo, e che si concluse, come tutti sanno, nel 1559.

Tornato in Francia, il Montluc ebbe parte importante nelle guerre di religione, durante le quali combattè accanitamente contro gli ugonotti.

Nel 1574 venne nominato Maresciallo di Francia. Il Montluc scrisse anche dei «Commentaires», che vanno dal 1521 al 1575 (ediz. Postuma 1592), importanti come documento storico, oltre che efficaci per la viva capacità espressiva.

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