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Rime di Cecco Angiolieri

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CVII - Stando lo baldovino dentro un prato

Stando lo baldovino dentro un prato,
de l'erba fresca molto pasce e 'nforna;
vedesi da la spera travallato
e crede che le orecchie siano corna;


e dice: - Questo fosso d'altro lato
salterò bene, ch'i' non farò storna -
Movesi per saltare lo fossato,
allor trabocca, e ne lo mezzo torna.


Allora mette un ragghio come tòno:
- Oimè lasso, che male pensato aggio,
ché veggio ben che pur asino sono! -


Così del matto avvien, che si cre' saggio;
ma quando si prova nel parangono,
al dritto tocco pare il suo visaggio.


[Simone a Cecco]


Cecco, se Deo t'allegri di Becchina
o di quello che spesso sen rincoia,
consegliame, ché novamente ho poia,
e 'l cor cotant'ho trito, com farina;


e se di corto non ho medicina,
temo che di tal male io non moia,
ca la persona ho tanto croia e boia
ch'a l'arca non vo senza la china,


ed a la piana non vo punto fuore,
ch'ognun non dica: - Ve' un uom smarrito! -
e quel, che mi fa ciò, sì è amore.


Dimmi, per Deo, tu che l'hai sentito
e, sì come tu di', lo senti ancore:
che difes'hai, che tu non èi pentito?

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