Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.
Militare.
N. Siena, sec. XI - m. inizi sec. XII
Appartenente a famiglia dei Grandi di Siena, Salimbene, dopo che Urbano II, nel Concilio di Clermont, aveva bandito la storica prima crociata (1095), fu tra i primi a partire.
Il contingente dei senesi era formato da circa 1.000 (o forse 2.000) volontari, comandati da Bonifacio e Domenico Gricci (o Gucci), che vennero inquadrati nelle unità militari comandate da Raimondo (figlio di Roberto il Guiscardo) e da Boemondo di Altavilla.
A titolo di curiosità, riportiamo che, secondo una nota leggenda, i senesi, durante una delle battaglie combattute in Terra Santa, ritrovarono la lancia con cui il soldato romano Longino colpì al costato Gesù Cristo sulla Croce.
Salimbene e i senesi, comunque, dopo aver partecipato attivamente agli assalti contro Gerusalemme (1096), fecero parte, nel 1098, dell'esercito inviato alla conquista di Antiochia, ultimo formidabile baluardo musulmano, che aveva fino ad allora resistito a tutti gli attacchi.
Salimbene, seguito dai suoi uomini migliori, con improvviso quanto incontenibile assalto, riuscì, senza altri aiuti, ad occupare la rocca, provocando per conseguenza la caduta dell'intera fortezza.
Salimbene, per i suoi numerosi atti di eroismo, venne nominato Patriarca Latino di Antiochia, ma, per modestia, pur accettando nominalmente la carica, volle fuggire gli onori, mescolandosi ai prigionieri addetti alla riedificazione di Gerusalemme. Riconosciuto tuttavia da alcuni dei suoi stessi soldati, Salimbene venne reintegrato nel suo alto ufficio e, suo malgrado, onorato come si conveniva. Morì dopo il 1100.
Siena, sia pure molto tardivamente, affidò a Rutilio Manetti l'incarico di immortalare le sue gesta con un affresco nel Palazzo Pubblico.