Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.
Uomo politico, giurista e storico
N. Siena - m. Siena, luglio 1500
Di nobile famiglia, il Borghesi fu uomo di profonda cultura, storico, umanista e Professore insigne di Giurisprudenza presso l'Università di Siena, ma soprattutto si occupò di politica, parteggiando per i Noveschi, contro i Popolari.
Nel 1479 fu nominato Cavaliere dal Duca Alfonso di Calabria, nel 1482 era Gonfaloniere del Terzo di S. Martino, e negli anni 1486-87 era tra i massimi esponenti dei Nove. Fu anche suocero del Signore di Siena Pandolfo Petrucci, non risparmiandogli mai, peraltro, le più aspre critiche per i suoi metodi di governo oppressivi e tirannici.
Il Borghesi lasciò manoscritti, tra cui citiamo i «Consigli legali» (generalmente a lui attribuiti), e una «Vita di Caterina Benincasa». Pandolfo Petrucci, infine, stanco dell'opposizione del suocero, e su consiglio del perfido segretario Antonio da Venafro, decise di eliminare il Borghesi, anche se in seguito si pentì del suo gesto.
Nell'anno 1500, mentre tornava da una Messa ascoltata in Duomo, Niccolò fu aggredito nella Piazza Postierla e trucidato dai sicari di Pandolfo; si narra che cadde, morente, proprio ai piedi della colonna che sostiene la lupa simbolo del Comune di Siena, con il braccio destro quasi staccato dal corpo a causa dei molti colpi di pugnale ricevuti. Niccolò venne trasportato in casa di Giovanni Borghesi, dove, dopo breve agonia, morì, non prima di aver perdonato tutti i suoi nemici, compreso Pandolfo Petrucci, e di aver espresso il desiderio che il suo arto amputato, che gli era servito per scrivere la biografia di Santa Caterina, fosse sepolto nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva a Roma, vicino all'altare dove riposa il corpo della Santa.