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OTTAVIO PICCOLOMINI (1600-1656)

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Tratto da "Senesi da ricordare" di Marco Falorni.

Principe dell'Impero, militare.

N. Pisa, 1600 - m. Vienna, 1656

Pur nato a Pisa e vissuto per gran parte della vita fuori d'Italia, Ottavio viene annoverato tra i nobili senesi, in quanto discendente diretto del ramo dei Piccolomini delle Papesse, Grandi di Siena, nonché fratello di Silvio che fu, come lui, illustre Generale Imperiale.

Uomo di buona cultura umanistica e scientifica, Ottavio fu Priore di S. Stefano in Pisa, Cavaliere dell'Ordine di Gerusalemme, e soprattutto fu tra i piu grandi condottieri d'Europa nel suo secolo; eccellente tattico, rimase, rispetto a Raimondo Montecuccoli (altro grande Generale italiano al servizio dell'Impero), assai più legato agli schemi di strategia militare della tradizionale forma logorativa.

Ottavio fece le sue prime esperienze in battaglia in Italia, segnalandosi a Vercelli, ad Asti (1625) e alla Verrua; quindi passò oltralpe, prendendo parte attivissima alla Guerra dei Trent'Anni. Nel 1627 divenne Comandante della Guardia del Generalissimo Wallenstein, e Comandante della Cavalleria dello stesso nel 1632. Nello stesso anno, combattè valorosamente nella cruentissima battaglia di Lützen (novembre 1632), di esito incerto, nella quale tuttavia un suo soldato riuscì addirittura ad uccidere sul campo il Re di Svezia Gustavo Adolfo. Frattanto il Wallenstein, pur valentissimo condottiero, per eccessiva ambizione, aveva ordito una congiura ai danni dell'Impero, ma il Piccolomini, venutone a conoscenza, rivelò tali disegni all'imperatore, che fece assassinare il Wallenstein (25/2/1634).

Nominato Feldmaresciallo, Ottavio prese parte nello stesso anno alla vittoriosa battaglia di Nördlingen, dove perse la vita il fratello Silvio, e nella quale fu fermata perentoriamente l'avanzata svedese.

Succeduto al Wallenstein nel comando delle forze militari dei Paesi Bassi, il Piccolomini, nel 1635, portò aiuto alla città di Lovanio, assediata da francesi e olandesi, e quindi protesse Ratisbona e la Corte Imperiale, opponendosi sempre validamente all'avanzata francese. Il suo giorno di gloria fu il 7/6/1639, quando riportò sui francesi la strepitosa vittoria di Thionville, guidando, tra l'altro, una folta schiera di nobili senesi, tra i quali il figlio Massimiliano, poi caduto sul campo.

Dall'Alsazia si recò poi in Boemia, riuscendo a salvare l'Austria dall'invasione svedese. Passato, con il consenso dell'Imperatore, al servizio della Spagna, combattè, negli anni seguenti, nel Brabante, contro il forte esercito francese, con alterna fortuna; per i suoi meriti, venne creato Duca di Amalfi. Nel 1648, quando le armi francesi e svedesi si profilarono minacciose per gli stessi dominii diretti di Casa d'Austria, l'Imperatore Ferdinando III lo richiamò immediatamente presso di se e, dopo la Pace di Westfalia dello stesso anno, in segno di riconoscenza, lo colmò di titoli e onori.

Il Piccolomini fu, tra l'altro, nel 1649, Comandante Supremo dell'Esercito Imperiale, e nel 1649-50, Commissario Plenipotenziario al Congresso di Norimberga; nel 1653 divenne infine Principe dell'Impero; morì a Vienna nel 1656, senza lasciare figli. La figura di Ottavio Piccolomini ispirò a Federigo Schiller il celebre dramma «I Piccolomini», una delle sue opere teatrali di più alta intensità.

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