Le batterie
Ventisei cavalli presentati, a conferma che la preselezione funziona e che in Piazza adesso arrivano soltanto animali in buone condizioni, anche se resta il rammarico della mancanza delle prove notturne che servirebbero ancora molto per l'ambientamento dei nuovi soggetti.
Nessun problema con la tradizione per i nuovi zucchini prottettivi dei fantini, in tutto simili ai vecchi berretti, ma sicuramente più sicuri per i ragazzi che si cimentano per le prime volte con il tufo.
La prima batteria vede scattare molto bene dai canapi Nicoleo che conferma le sue indubbie doti. Ghibellina e Zeno si intruppano subito a San Martino provocando la caduta di Maccari e Coluccio, mentre Chelli guida brillantemente al primo posto il suo Nicoleo, davanti a Imperatore e Tipsy.
Nella seconda corsa si assiste all'atteso rientro di Galleggiante che parte bene di rincorsa e poi subito Naldi frena la sua galoppata. Si fanno allora luce Brandauer e Orchidea, con quest'ultima, guidata da Casu, che conquista la vittoria senza alcun problema, ma insidiata da Laudrup, giunto secondo davanti a Galleggiante.
Notevole confusione fra i canapi nella terza batteria con i canapi che vengono abbassati ben tre volte prima che Cisi dia il via definitivo.
Prima Benito, poi L'Innominata, infatti, forzano rischiando serie conseguenze, mentre Chico non sembra trovare il passo giusto di rincorsa. Quando finalmente si parte Benito e Pitheos mostrano ancora la loro nitida classe, con il vecchio "grande nero" che schizza nettamente primo dai canapi.
Dopo che il vecchio campione ha dimostrato ancora una volta il suo valore, sale alla ribalta L'Innominata, guidata da Spillo, che mette in evidenza buone doti e vince facilmente davanti a Benito e allo scosso Borace dal quale era caduto Parola. Da segnalare che Chico, di rincorsa, era rimasto fermo in fase di partenza.
Nella quarta corsa scatto imperioso dai canapi di Careca e Figaro, che poi trotterellano fino al termine, mentre si accende una bella lotta fra il nervoso Terra Rossa, Cecco e Beccaccino. A spuntarla alla fine è il grigio Cecco, guidato abilmente dal giovane Migheli, davanti a Beccaccino.
Una sola prova di recupero, infine, con i capitani che chiedono di rivedere sette soggetti. Dopo una partenza falsa, si accende una entusiasmante lotta fra Imperatore, Magalotti e Tipsy, con gli altri che fanno da spettatori.
Tutto si risolve all'ultimo Casato quando Casu batte e cade da Magalotti che fino a quel momento era in testa. Passa primo e vince, così, Tipsy, guidato da Vita, davanti allo scosso Magalotti e a Imperatore.
Scelta veloce e, almeno a prima vista, abbastanza semplice quella effettuata dai capitani delle contrade in gara.
L'impressione generale è che almeno otto soggetti riscuotessero già il generale consenso e che quindi le eventuali discussioni vertessero esclusivamente sulla scelta degli ultimi due, scelta che poì ha privilegiato gli esordienti Magalotti e Imperatore. Da rilevare la presenza di ben sei mezzosangue, dopo la netta prevalenza dei puri e luglio.
Si inizia subito con il "botto" clamoroso, con l'aggiudicazione di due dei grandi favoriti, Figaro e Galleggiante. Il baio di Remo Carli va a rendere felice il popolo ocaiolo, mentre Galleggiante, grande protagonista nella stagione paliesca 1990, tocca in sorte all'Aquila.
È poi la volta di Orchidea che va nei Pispini, mentre c'è abbastanza delusione nella Selva per l'aggiudicazione di Imperatore, un mezzosangue di 8 anni con buone credenziali per la precedente attività sarda.
Esulta, invece, il popolo del Drago per l'arrivo nella stalla di Camporegio di Careca, una delle rivelazioni dell'ultimo Palio, mentre subito dopo c'è la grande esplosione di gioia della Tartuca, che inizia a sognare lo storico "cappotto", dopo che la sorte consegna al barbaresco gialloazzurro il grande Benito.
A questo punto sono rimasti da assegnare Nicoleo, Etrusco, Magalotti e Pitheos, e gli occhi e le speranze di tutti sono naturalmente per quest'ultimo. E Pitheos trova subito la strada della Pantera, accolto con grande entusiasmo, mentre subito dopo Etrusco, uno dei campioni sfortunati di luglio, viene assegnato alla Chiocciola.
Il sorteggio termina infine con Magalotti, un baio di 6 anni abbastanza conosciuto in provincia, nel Leocorno e Nicoleo, una buona prova nell'ultimo Palio, che prende la strada di Provenzano.
Il lotto di cavalli scelti permette a molti di sperare, e l'abbiamo visto dall'entusiasmo con il quale almeno cinque soggetti sono stati accolti ma come al solito soltanto uno sarà il vincitore e la dea bendata ha già detto la sua fondamentale parola.
Prima prova
Grande attesa per vedere le prime mosse delle monte, ma al di là della presenza di Cianchino nella Tartuca, per il momento in omaggio alla tradizione, molto sembra rinviato alla nottata che dovrà sciogliere molti dubbi.
Interessante la scelta di Trecciolino effettuata dalla Giraffa a ricomporre con Nicoleo un tandem che potrebbe arrivare tranquillamente al Palio, mentre conferme per il momento arrivano dal Nicchio con Massimino e dall'Aquila con Bucefalo.
Il Pesse, come previsto, va a formare nella Pantera un'accoppiata di grande valore con il suo Pitheos, mentre la Chiocciola tiene momentaneamente fuori Bastiano e si affida nuovamente a Falchino.
Il lotto dei contendenti si completa con Bazzino nella Selva, e i giovanissimi Chelli nell'Oca, Coluccio nel Drago e Bernardini nel Leocorno.
La partenza è veloce e dai canapi schizzano molto bene le contrade "basse", cioè Chiocciola e Pantera, seguite da Nicchio e Aquila. La testa viene poi presa dalla Chiocciola, seguita da Leocorno e Pantera, ma dopo poco tempo Falchino frena l'ottimo spunto di Etrusco ed è il Leocorno a passare in testa.
La contrada di Pantaneto insiste e vince con facilità, mentre alle spalle si fanno luce Aquila e Nicchio.
Da rilevare un infortunio patito da Falchino che avendo sbattuto un ginocchio al Casato alla fine appariva molto sofferente.
Seconda prova
Iniziano le grandi "manovre" dei fantini e Bonito e Il Bufera vanno ad occupare due postazioni molto ambite.
Bonito approda infatti in Fontebranda dove trova ad attenderlo il grande Figaro, mentre Il Bufera nel Drago riforma con Careca quell'accoppiata che di luglio aveva sfiorato la grande sorpresa.
Nella Tartuca il giovane Ortu prende il posto di Cianchino, ma voci ben informate dicono trattarsi soltanto di un semplice avvicendamento che non dovrebbe portare conseguenze future, mentre Bastiano indossa nuovamente, come da previsioni, il giubbetto della Chiocciola. Conferme per tutti gli altri, con i giochi che potrebbero iniziare ad aver preso una veste definitiva.
Allineamento molto veloce con ottima partenza di Giraffa e Oca. Subito dopo la fonte Bonito riprende Figaro, mentre Trecciolino impegna Nicoleo in un possente galoppo che durerà quasi fino al terzo giro, evidenziando però alcune pecche del suo cavallo in curva, tanto da rischiare addirittura la caduta a San Martino.
Alle spalle della Giraffa soltanto il Drago spinge per un giro circa, con il Bufera che fa provare le curve al suo Careca. Tutti gli altri non si impegnano e la Giraffa vince con largo margine.
Terza prova
Nessuna novità di rilievo sul fronte delle monte che potrebbero anche essere definitivamente assestate, anche se il nome di Aceto continua ad aleggiare insistente, da molti accoppiato al Leocorno che con Bernardini presenterebbe l'unico debuttante di questo Palio.
Soltanto nove contrade disputano questa terza prova per l'assenza della Selva a causa di una ferita ad un anteriore riportata a seguito di un calcio ricevuto nella mossa della mattina.
Grande confusione fra i canapi, con la Giraffa che prova ad entrare di rincorsa lanciata e Cisi che per ben due volte annulla la partenza. Alla fine scatta prima l'Oca, seguita da Aquila, Drago e Chiocciola, mentre anche la Giraffa, sfruttando lo slancio della rincorsa, si porta all'altezza dei battistrada.
Bonito continua a spingere in un buon galoppo Figaro e alle sue spalle, dopo che l'Aquila ha rallentato, si porta la Chiocciola che grazie ad un pregevole spunto di Etrusco passa in testa.
L'impegno di Bastiano e Etrusco è abbastanza breve e così si fa luce il Drago che al 2° San Martino passa all'interno la Chiocciola e assume il comando della corsa.
La contrada di Camporegio resta in testa fino alla fine della prova con Il Bufera che controlla abbastanza agevolmente il ritorno della Pantera.
Quarta prova
Ancora assente la Selva, a causa dell'infortunio di Imperatore che pare più serio di quanto si fosse pensato in un primo momento, le monte non registrano alcun cambiamento con Bernardini che mantiene il suo posto nel Leocorno e Aceto che per il momento è il grande assente di questa contesa.
Mossa abbastanza veloce con la Tartuca che esce benissimo dai canapi, seguita da Drago Giraffa e Aquila. Benito appare in buona forma, ma il lotto dei partenti in queste prove si è rivelato molto folto con numerosi pretendenti al ruolo di favorito.
La prima curva di San Martino viene affrontata nell'ordine da Tartuca, Drago, Oca e Nicchio, con l'Oca che sembra voler imporre il passo di Figaro.
Rallentata l'azione di Benito, la testa viene presa dal Drago che continua a saggiare le potenzialità dell'out-sider Careca. A San Martino, intanto, in terza posizione Orchidea frana a terra trascinando Massimino in una caduta che sembrerebbe non aver avuto serie conseguenze.
La prova continua con Drago e Oca in testa, seguiti dallo scosso del Nicchio ed è la contrada di Camporegio a vincere ancora dopo aver doppiato moltissime contrade.
Prova Generale
Soltanto 8 contrade partecipano alla 5a prova. Al ritorno della Selva, infatti, si contrappone l'assenza del Nicchio, per le conseguenze della caduta della mattina, e dell'Aquila per una colica di Galleggiante.
Dopo una partenza falsa, con Cisi che continua a pretendere il rispetto delle regole, escono velocissimi dai canapi Giraffa, Oca e Chiocciola. Trecciolino spinge il piede sull'acceleratore impegnando Nicoleo in un buon galoppo, seguito da Oca e Pantera.
Al Casato il cavallo della Giraffa cede sui posteriori, ma la cosa sembra non avere conseguenze e Trecciolino continua a provare il suo cavallo.
Alle spalle della Giraffa soltanto la Pantera si fa vedere e Il Pesse e Pitheos hanno un ottimo spunto. Tutto sembra concluso quando Nicoleo, ad andatura abbastanza ridotta, sembra incespicare all' ultimo San Martino. Dopo pochi metri il cavallo inizia a zoppicare vistosamente e subito si intuisce la gravità dell'incidente.
La sentenza è drammatica: frattura della prima falange dell'anteriore sinistro, ma il cavallo, subito soccorso, viene trasportato nella clinica veterinaria specializzata di San Piero in Barca e gli esperti assicurano che si salverà.
Il Palio perde così un protagonista, ma se Nicoleo verrà salvato Siena e tutte le sue contrade avranno sicuramente colto un'importante vittoria.
Provaccia
Ancora otto cavalli al canape per l'assenza ormai definitiva di Nicoleo, con confortanti notizie sul suo stato di salute che giungono da San Piero in Barca, e di Orchidea nel Nicchio.
Abbastanza veloce l'allineamento fra i canapi e quando la Tartuca entra di rincorsa a flancare nettamente in testa sono Leocorno e Oca.
Bonito riprende subito Figaro, mentre alle spalle del Leocorno si portano Aquila e Pantera. Le due conttade avversarie, fra le grandi favorite di stasera, ingaggiano un buon duello cavalcando in scioltezza, e alla fine è la Pantera che prende la testa della corsa e vince la prova terminando con Pitheos che si mette in mostra con un discreto spunto di velocità.
Il Palio
Poteva essere il Palio dei record ed invece così non è stato per la magnifica galoppata del binomio Il Pesse-Pitheos che ha regalato un Palio entusiasmante al popolo della Pantera al termine di una Carriera combattutissima ed emozionante.
Fuori gara la Giraffa per il noto incidente a Nicoleo che fortunatamente sembra essersi risolto nel migliore dei modi, l'ordine fra i canapi sembrava voler favorire il grande sogno del cappotto tartuchino, assegnando ai vincitori di luglio la prima posizione, anche se al terzo posto incombeva la presenza della Chiocciola.
La busta aperta da Cisi aveva infatti sentenziato: Tartuca (Benito - Cianchino), Selva (Imperatore - Bazzino), Chiocciola (Etrusco - Bastiano), Nicchio (Orchidea - Massimino), Pantera (Pitheos - Il Pesse), Drago (Careca - Il Bufera), Aquila (Galleggiante - Bucefalo), Oca (Figaro - Bonito da Silva) e Leocorno di rincorsa con Magalotti e l'esordiente Olinto.
La Tartuca, dunque, era l'unica fra le favorite ad avere un posto basso, mentre il giovane Olinto dimostrava subito di sentire in maniera eccessiva il peso della responsabilità di dover dare la rincorsa.
Così dopo pochi attimi il Leocorno fianca e dai canapi escono prime Tartuca e Pantera, ma Cisi invalida la mossa. Il tempo di abbassare un'altra volta i canapi per salvaguardare i cavalli e poi il Leocorno dà nuovamente il via alla tenzone, anche se in maniera incerta, quasi soffermandosi nel momento cruciale.
Le contrade sono quasi tutte fuori posto, sia nella parte bassa dei canapi con la Tartuca addirittura quarta, sia in quella alta dove l'Aquila ha lasciato da tempo il suo posto all'Oca.
I più pronti sono Tartuca e Chiocciola, ma subito all'esterno Pantera e Oca rinvengono fortissime affiancando la Chiocciola con alle spalle il Drago.
Dietro questo primo plotoncino il distacco è già abissale e le altre, compresa l'Aquila, una delle grandi favorite, non entreranno più in corsa.
Davanti alla fonte mulina il nerbo fra Oca e Pantera, mentre la Tartuca guida la corsa, ma a San Martino Il Pesse regala alla Piazza il suo miracolo e pone le basi del suo grande successo. Al centro fra Oca e Tartuca, infatti, la Pantera riesce a trovare il corridoio magico e prende la testa della corsa, mentre Cianchino all'interno mantiene la seconda posizione davanti a Oca, Chiocciola e Drago, con l'esordiente Olinto che cade nelle retrovie.
A questo punto forse avviene l'altra azione decisiva di questo Palio. Bastiano dal quarto posto spinge al massimo il suo Etrusco in una galoppata entusiasmante che gli permette di curvare al primo Casato al secondo posto, ma la manovra e quasi impossibile e la Chiocciola non soltanto cade ai palchi, ma coinvolge nella caduta la grande rivale Tartuca e danneggia l'azione del Drago.
La Pantera si trova così nettamente in testa alla corsa con alle spalle soltanto l'Oca ancora in condizione di insidiarla, mentre dietro di loro regge bene il Drago, anche se Careca non sembra in condizione di inserirsi nella lotta per la vittoria.
Restano ancora due giri da compiere, ma Il Pesse e Pitheos dimostrano subito di conoscersi troppo bene per poter pensare di farsi superare da Figaro e Bonito.
Il fantino panterino, così, guida senza forzare il suo cavallo, senza che l'Oca riesca a guadagnare neppure un metro, neppure quando Bonito mette sotto nerbo Figaro. La galoppata di Pitheos è talmente fluida e sciolta e la guida de Il Pesse talmente sicura, che tutto sembra anche troppo facile, come certe curve prese con grande disinvoltura senza forzare e senza correre alcun rischio.
Mentre Il Bufera tenta un aggancio impossibile e lo scosso della Chiocciola e la Selva guidano il drappello degli inseguitori, dai quali non riesce a riemergere neppure per un momento l'Aquila, la Pantera conquista il suo trionfo.
Il Pesse, sicuro del fatto suo, alza addirittura il nerbo davanti al palco delle comparse e l'arrivo sanziona una superiorità sugli avversari veramente netta.
Beppino Pes, così, fantino da molti contestato e criticato conquista la sua terza vittoria prendendosi una grande rivincita su coloro che lo avevano definito frettolosamente già sulla china del tramonto e vincendo alla grande come ormai ci ha abituato.
Per Pitheos si può addirittura parlare di cappotto se si pensa che dopo aver vinto il Palio dell'agosto scorso a luglio aveva dovuto restare in stalla per "giochi di scuderia".
Sicuramente la conferma di un grande campione, anche se Benito non pare disposto ad abdicare, Figaro e Galleggiante, specialmente quest'ultimo, meritano una controprova e Etrusco e Careca sono più che semplici comprimari.
Per quanto riguarda i fantini detto di Beppino Pes, da sottolineare l'assenza inusuale di Aceto, il grande coraggio di Bastiano e l'ormai provata abilità di Cianchino, mentre Bonito e Il Bufera continuano ad aspirare a quel ruolo di big che ancora forse non compete loro, ma per il quale hanno ottime chances da giocare. Deludente la prova di Bucefalo, mentre Massimino e Bazzino hanno diritto a prove d'appello con ben altri cavalli.
E intanto la Pantera porta in giro trionfante il Palio di Arroyo, con capitan Giannini, vincitore al suo terzo Palio; che di diritto entra fra i grandi condottieri di via Stalloreggi.