La Contrada della Torre, indispettita per la bella vittoria riportata dalla Contrada dell'Onda nella corsa di luglio, fece correre un altro Palio ponendo per premio cinquanta talleri in danari raccolti per questua, e un drappellone su cui erano dipinti San Giacomo e gli stemmi dei suoi cinque protettori.
Furono a correre tredici Contrade, ma l'Onda non vi partecipò per non avere la medesima Contrada della Torre concorso al Palio da essa Contrada dell'Onda fatto correre nel 1703.
E il 16 agosto 1709 la Contrada della Torre entrò in Piazza con sessanta uomini a cavallo tutti coperti di corrazza di acciaio sull'antico tipo militare, guidati dal capitano Orazio Mannotti, e con un carro su cui stava uno smisurato elefante, che aveva sul dorso un'alta torre piena di fuochi artificiali, i quali alla sera, ad un'ora e mezza di notte, (circa le ore 21) furono incendiati con gran fragore di razzi e mortaletti. Riuscì una bella e brillante festa, e i Torraioli ne riscossero gran plauso.
Alle ore 23 e mezzo (18,30) - continua il cronista - i cavalli andarono alla mossa: slentato il canape, sortì primo l'Istrice: sempre primo si mantenne e, senza contrasti, col fantino Giovan Maria, vinse il Palio.
La detta Contrada dell'Istrice, nella sera, non ebbe luogo a far festa, meno qualche razzo e pochi fuochi; ma nel giorno di San Bartolomeo fece una generale illuminazione per le strade del suo territorio.
Si contesero il premio le Contrade: Bruco, Chiocciola, Civetta, Drago, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Montone, Nicchio, Oca, Pantera, Tartuca. E gli Istriciaioli, che avevano allora la sede loro presso la Compagnia di Fontegiusta, a questa Pia associazione fecero dono dei cinquanta talleri riscossi.