La prima corsa con le bufale è attestata nel 1599 (quando dall'ultima caccia dei tori sono passati appena due anni).
La organizza la Torre per la festa del suo santo patrono, il 25 luglio, e vi partecipano altre quattro contrade: Giraffa, Chiocciola, Nicchio e Onda (che la vince).
La cosa piace talmente che, subito dopo, si scatena una sorta di catena di Sant'Antonio di «ricorse», perché la vincitrice ne fa subito un'altra il 1° agosto e la vincitrice di quest'ultima, la Lupa, una terza il 16.
Le regole, codificate in un bando del 1612, sono sempre le stesse: la bufala compete coperta di una gualdrappa e, in qualche caso, montata da un fantino che, vestito con i colori della contrada, la guida munito di un «pugnarone» per incitarla e di una bacchetta di ferro con un uncino con il quale può prendere la campanella al naso dell'animale.
Con il contrassegno della contrada, una squadra di pungolatori spinge la bufala alla corsa che prende le mosse da sotto il Casin dei Nobili, secondo un ordine estratto a sorte, e si svolge, per tre giri, ma in senso inverso rispetto alla corsa odierna.
La fantasia popolare rende omaggio al favore incontrato da questa manifestazione, tanto da elaborare un canto dei bufalai:
Colla bufola siamo:
uscite donne, questo giorno fuori:
perché fra gli altri onori,
correndo il palio, ancor vincer vogliamo