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Contrada di
Valdimontone

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Borgo Santa Maria

La Contrada del Borgo S. Maria occupa una strada sotto il Mercato vecchio, fino alla Porta Giustizia, le Case della quale si facevano fabbricare per ordine della Republica da quelli, che erano ammessi alla Cittadinanza; era pieno detto Borgo, adesso quasi distrutto d'artefici, che fabbricavano le fibbie, e chiavi, ed era così detto perché l'Opera di S. Maria aveva lo Juspadronato della Chiesa di S. Luca, che era in d. Borgo, e però fa per arme la Madonna col Bambino in braccio, e sotto il Bove di S. Luca d'oro in campo rosso.

Concistoro anno 1420: Burgi Sancte Marie: campus rubeus cum leone croceo et a capite figura Virginis cum filio in brachiis.

 
Sant'Angelo a Montone

La Contrada di S. Agnolo a Montone, così detta da Montone Piccolomini, dal quale ne discende detta Fameglia, che era Signore di quel luogo, ovvero come vuole il Tommasi dalla grandezza del Monte, detto Montone, s'estende dalla Porta Peruzzini, accanto alle Monache di S. Girolamo, fino a dove fu la Chiesa di S. Agnolo, e a quello di S. Clemente e S. Leonardo, e per la strada dietro la Maddalena, ritorna agl'Ingesuati, e fa per Insegna un Castello bianco in campo rosso, e sopra un Montone.

Concistoro anno 1420: Sancti Angeli ad Montonem: campus rubeus cum castro albi cum uno montone albi super eo.

 
San Maurizio

Colle due sopradette, negli spettacoli s'unisce la Contrada di Samoregi, nome corrotto da S. Maurizio, quale dal Ponte, arriva per la strada dritta, fino a Porta Romana, l'arme della quale è campo compartito a spine bianche, e rosse.

Concistoro anno 1420: Sancti Mauritii: ad spinos albos et rubeos sine alio signio.

 

Usano per Macchina unite insieme tutte tre quelle Contrade negli spettacoli un Montone, preso per la similitudine del nome a quello del Padrone d'esso Castello, ovvero del Monte, ed è molto antica questa loro Macchina, che fin dall'anno 1516 si trova da esse rappresentata, e nel 1546 comparve con 63 Persone vestite di drappo, tanè con trine d'oro, ed era loro Capitano Volunio d'Agnolo Tantucci, e Alfiere Ottaviano Martini, che maneggiava un'Insegna azzurra.

 

Tratto da "Relazione distinta delle quarantadue Contrade..." di Giovanni Antonio Pecci e "Registro di consegna dei rispettivi vessilli ai Capitani del Popolo..." ASS. Concistoro, 2371. 1 luglio 1420.

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