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Novellette di San Bernardino

Tratte da: G. Carabba editore - Lanciano, stampa 1916

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Esempi e detti morali

Contro l'avarizia e l'usura (I)

O tu che araguni, e mai non ti vedi sazio, deh, atacati a Davit, el quale volse cercare d'andare a trovare el paradiso, come Dante s'atacò a Vergilio per volere vedere l'inferno. O tu che dormi impara stamane e sta' desto acciò che tu non capiti male, credendoti avere il paradiso, e forse avrai l'inferno. Oh, oh, oh, quando io ci penso, quanta fatiga ci veggo in ragunare e guadagnare questa robba! Io ci veggo molta fatiga e molto sudore: io ci veggo vigilie, io ci veggo angoscie. Io ci veggo di molti pensieri e di molti affanni: io ci cognosco molte volte colui che raguna avere fame, patire sete, sofferire freddo e caldo smisurato. Tu vai quando qua e quando là: tu vai quando per mare, e quando per terra: tu per tempi piovatichi, tu a nievi, tu a venti, tu nella propria tua casa mai non ti ristai; tu a le pocissioni, tu a le vigne, tu in ogni luogo e in ciò che tu t'impacci, affanno grandissimo. Eimè, che dolore è egli al fine di riposo sempre affanno! Mai non ti vedi sazio: ora aconcia questo in questo modo e questo in quest'altro, e mai non hai requie; e questo perché l'animo è insaziabile, che mai non si contenta, mai non direbbe: "non piú:" sempre apitisce piú, sempre piú. Or raguna insieme queste tre cose: prima, se tu l'aquisti con molto sudore e afanno e dolore. Se poi tu perdi quello che tu hai acquistato, affanno e fatiga e dolore. Se poi in fine il lassi, grandissimo affanno e dolore e pena; sí che se tu l'aquisti, se tu la possedi e se tu la lassi, in ogni modo affanno e dolore. E colui perché non gli fussero tolti, che n'aveva assai, e era vechio, faceva de' suoi denari come fa la gatta de' suoi gattuccini: pòlli oggi qua, domane colà. Cosí faceva lui quando li poneva sotto il letto; quando gli sotterrava nella stalla, quando gli metteva fra il panico, quando fra 'l grano, quando fra le fave; e tante volte gli aveva rimossi qua e quando là, che infine non si ricordava dove gli aveva posti, e andavagli cercando e piagneva. "E che hai che piangi?" E egli nol voleva dire, sí per vergogna e sí per dolore, quanto se gli fussero stati tolti, però che elli stava in pensiero di ritrovargli; ma quando egli gli lassa al pònto de la morte, sai, quando egli strègne le pugna, oh, quanto dolore hai allora! Egli te li conviene lassare per tal modo che tu non v'hai poi piú a pensare in quelli danari, Non è come se ti fussero tolti: se ti fussero tolti, almeno tu forse pensaresti: — qualche volta mi saranno renduti! — O se gli perdesse, qualche volta pensaresti di ritrovargli; o veramente s'io non potrò avergli per niuno modo, e io ne ragunarò piú. Questo fatto de la morte non va cosí; che quando tu gli lassi, tu puoi dire: — Denari miei; io non aspetto mai piú di riavervi: oimmé, denari miei, io non mi so partire da voi!

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