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Rime di Cecco Angiolieri

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LXXXIV - Se Die m'aiuti, a le sante guagnele

Se Die m'aiuti, a le sante guagnele,
s'i' veggio 'l dì sia 'n Siena ribandito,
se dato mi fosse 'n l'occhio col dito
a soffrire mi parrà latt'e mele.


E parrò un colombo senza fele,
tanto starò di bon core gecchito:
però ch'i' abbo tanto mal patito,
che pietade n'avrebb'ogni crudele.


E tutto questo mal mi parrebb'oro,
sed i' avesse pur tanta speranza,
quant'han color che stanno 'n purgatoro.


Ma elli è tanta la mie sciaguranza,
ch'ivi farabb'a quell'otta dimoro,
che babb'ed i' saremo in accordanza.

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